È già successo nel 2020 di Nicola Tavoletta

Il 2020 è iniziato da poco più di 24 ore ed è partito con una novità importante, un esordio sul quale riflettere seriamente: dal 1 gennaio ha assunto la Presidenza dell’ Unione Europea la Croazia. Cosa mi porta a porre in rilievo tale notizia, peraltro già ampiamente annunciata? La Croazia è entrata ufficialmente nell’Unione Europea nel 2013, dopo negoziati durati undici anni, ed oggi, per la prima volta, ne assume la guida. Tale novità ha tre significati straordinari. Il primo è rappresentato dalla capacità della Unione Europea, spesso criticata per la funzionalità, di integrare la propria realtà territoriale con nuovi Stati con vicende storiche recenti caratterizzate da una forte fragilità. Non dimentichiamo che la Croazia viene fuori da tre eventi drammatici accaduti solo pochi anni prima fei negoziati: il crollo del socialismo reale, il frazionamento della ex Jugoslavia e quindi la guerra nei Balcani. Uno Stato sconvolto negli anni ’90 da queste tre vicende, dopo la violenta dittatura Titina, viene ammesso e coinvolto dagli altri Stati Europei in un destino economico e politico comune fino a dargli la fiducia della Presidenza. Con questa esperienza l’Unione Europea dimostra di avere una funzione pacificatrice e stabilizzatrice delle dinamiche sociali, economiche e, qui la novità, politiche. Il secondo significato è rappresentato da un meccanismo che sovverte la storia del Mondo nella quale Nazioni grandi, ricche e compatte assumevano le leadership nei propri continenti. In questo caso la Croazia è sempre stato un territorio assoggettato agli altri grandi Imperi, da quando era Illiria, governata dai Romani, alle invasioni ostrogote, al dominio Veneziano e a quello Asburgico. Una minoranza nella stessa Federazione Jugoslava. Oggi, invece, un Paese di soli 5 milioni di abitanti con una storia tormentata viene legittimato da altri grandi Stati per un importante compito istituzionale. Viene ribadita in questa realtà un’altra funzione importante della Unione Europea, cioè l’accompagnamento alla pacificazione e alla democraticizzazione interna. Il terzo significato è prevalentemente relativo alla sanificazione di una drammatica ferita italiana, quella Istriana. La terribile flagellazione dell’Istria e del suo popolo e la amputazione atroce di un territorio e di famiglie ha gravato sul ricordo e sulle coscienze di milioni di donne e uomini italiani e slavi. Una violenza atroce perpetrata dal dittatore Tito e dai suoi sostenitori. Oggi con l’Unione Europea quella storia rimane memoria, ma non più rivendicazione, perché l’Istria è parte della nostra stessa realtà europea unificante. Allora la novità della Presidenza Croata merita una riflessione per confermare le funzioni della Unione Europea, della funzionalità e dei risultati raggiunti. Merita attenzione anche la tempistica: in pochi anni una integrazione pacifica, attiva e responsabile della Croazia dopo secoli di tormenti. Spesso diamo per scontata la pace e lo stato di equilibrio che abbiamo in Europa, molte volte siamo giustamente critici, tante altre volte ingiustamente. L’Unione Europea è rappresentata da un artigianale lavoro condiviso dove tutti abbiamo la possibilità di contribuire con la propria arte e, secondo me, siamo su una buona strada.

Nicola Tavoletta

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