Scrittore Sumero: Fumata bianca

Ci sono momenti nella storia nei quali manca qualcosa o qualcuno. Ci sono cose o persone talmente di riferimento che se mancassero le attendi perchè devono esserci. Avete mai pensato al periodo di Vacatio Papalis, quando non vi è nessuno sulla Soglia di Pietro? Tutti ad attendere la fumata bianca.
Un giorno un Papa, Giovanni Paolo I, per rappresentare cosa fosse l’umiltà in una udienza, la prima delle quattro che fece, chiamò un chirichetto davanti alla folla.
A quei tempi essere chirichetti voleva dire essere umili, ma importanti, perchè capaci di servire.
Credo che Aldo Moro morì con la stessa umiltà con la consapevolezza di servire una Comunità proprio in quel periodo.
Oggi presunti chirichetti, neanche aspiranti, cercano di affabulare quello stesso popolo proponendogli nemici da assassinare per placare le proprie sofferenze.
Un rancore ed una solitudine che alimenta un populismo illusionista; rancore e solitudine che nella prigionia tragica il Presidente Moro non ha provato come ostentano coloro che oggi subiscono un piccolissimo presunto torto o vedono dei disgraziati crepare nel Mar Mediterraneo, come fosse un fastidio.
In tanti oggi urlano sui social all’ingiustizia e alla meritocrazia: per quali torti o per quali meriti?
In questi giorni mi è venuta in mente quella storia di cent’anni fa quando un direttore di banca diede ad un correntista un blocchetto di assegni e questi pagò un fornitore, allora quest’ultimo meravigliato di non ricevere denaro, ma un pezzo di carta decise che volesse adottare quel metodo anche lui. Andò in banca e si fece dare un blocchetto e iniziò a pagare tutti con gli assegni, tanti assegni. Dopo poco lo chiamò il direttore e gli disse che era oltre le sue capacità di conto e che servivano soldi.
Allora lui lo guardò e gli disse: “qual’è il problema, al posto dei soldi ti do un assegno”.
Raccontate questa storia ai Vice Premier festeggianti per aver fatto debiti, potrebbero ritrovarsi.
Fatta questa premessa ora ho il piacere di viaggiare insieme a voi in un percorso di parole, un sentiero di emozioni ed intuizioni.
Ci sono occhi che riempiono, occhi che sfuggono, occhi che illuminano ed occhi che parlano.
Bellissimo il duello orchestrato da Sergio Leone tra il Buono, il Brutto e il Cattivo, quando occhi e musica caricano il centurone delle nostre emozioni.
Quegli occhi sanno sciogliere le emozioni come neanche Elizabeth Taylor sarebbe riuscita, sono quelli del futuro, quelli della figlia che guardano il genitore accennando un soffio di ironia che schiude il sorriso.
Se non ci fosse il buon umore non ci sarebbe continuità tra le generazioni, pensate a quanto il buon umore incida nelle scelte delle persone.
La proiezione futura si basa sul buon umore come solo il sorriso di quella bambina sa generare.
Nell’articolo che ha preceduto questo che leggete ho parlato del primo giorno di scuola, ma oggi, che sottolineo gli occhi come un filo di rimmel, sono  a farvi raggiungere l’ingresso di una scuola per attendere l’uscita delle classi, lì, proprio in quegli occhi in fila, ci sono i patrimoni del futuro della comunità.
Quelle fila sembrano proprio una fumata bianca di buona notizia, poi, soprattutto se negli occhi di tua figlia vedi la determinazione di una interrogazione andata bene.
Questo argomento mi ha ricordato una giovane maestra, che mi rievocava la commedia di Checco Zalone “Sole a catinelle”, quando alla crisi economica un padre rispondeva con l’ottimismo dei voti alti della pagella del proprio figlio.
L’insegnante, espressione di una categoria non certamente gratificata, mi diceva che la storia del futuro andrebbe raccontata con la vivacità degli occhi di quell’alunno dai voti alti oppure con i suoi, vanità femminile.
Sulla strada del futuro possiamo dare un passaggio ai due vice premier, poi, alla prima stazione di servizio scendono.
Oggi vi  scrivo di occhi, sguardi, ironia ed ottimismo mentre vi verso un bianco di Salaparuta.
Ecco dove potrete trovarmi, proprio lì, a Salaparuta.
SCRITTORE SUMERO

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