Politica: mancano i leader, e anche le idee
Cosa accade nel processo di evoluzione della politica italiana negli ultimi mesi? “Nulla di interessante, a parte il fatto che il farmacista del paese ha ucciso diverse persone”. Così rispose, secondo quanto racconta Andrea Camilleri, un notabile di una cittadina siciliana al delegato del Re d’Italia interessato a conoscere le vicende del territorio ,in procinto di governare quello che fu il Regno delle due Sicilie subito dopo l’annessione alla nazione Italiana. La rapida affermazione del movimento 5 stelle e la stabilizzazione del suo notevole consenso ha determinato alcuni scenari possibili .
Il potere, si sa, tende a resistere e salvo rivoluzioni o guerre militari è solo l’ufficio della mediazione che è in grado di determinare modficazioni sostanziali dell’assetto politico di un paese democratico. Certamente può succedere che una parte , diciamo la sinistra, sia in grado di conquistare la maggioranza dell’elettorato e può succedere che sia l’altra parte a farlo e non è escluso che potrebbe riuscirci l’allegra e scombiccherata compagine dei 5 stelle, evento che la tenuta delle istituzioni non teme, o non dovrebbe temere, come scossone in grado di capovolgere l’intera struttura della nazione. L’apparente caduta del cosidetto “patto del Nazareno” ovvero il sotterraneo (ma neanche tanto) accordo tra parti consistenti del centro destra e centro sinistra italiano, sembra in realtà sospeso più che definitivamente finito e non ha trovato, finora, un sostituto politico numericamente valido come contraltare ad una forte affermazione di forze estremiste. Che annunciano a gran voce la volontà di realizzare iniziative politiche di notevole portata come l’uscita dall’Eurozona, la creazione di dazi doganali, l’eliminazione di settori importanti della difesa, il posizionamento alternativo su settori di mercato delle materie prime, così come reclamano (nel senso di”reclame”, fare pubblicità) soluzioni “tranchant” per progetti politici riguardo ai servizi sociali, giustizia, economia, formazione, politica estera(argomento molto delicato) che sia la Lega che il Mov 5 Stelle ,in modo diverso tra loro, sbandierano come panacea alla risoluzione dei gravi problemi che interessano il nostro paese.
Questa manovra “centrista” ha avuto un discreto successo parlamentare (esiste una maggioranza abbastanza stabile del cosidetto “partito della nazione”) ma ora che siamo sul punto di arrivare al rinnovo delle cariche elettive ,ovvero in prossimità delle nuove elezioni politiche (ma anche regionali), questo amalgama molto eterogeneo sembra avere il fiato grosso proprio in arrivo sul filo di lana. Come uscire dall’ “impasse” che rischia di favorire proprio quelle forze estremiste( e improvvisate) che si voleva tenere al largo dalle stanze dei bottoni? A quanto pare le “ menti raffinatissime” non hanno trovato nulla di meglio che rispolverare l’ ascia di guerra che era stata sotterrata da tre decenni: dalli al fascismo.
A dire il vero anche Berlusconi 20 anni fa rispolverò il pericolo comunista ma non fu di sicuro il suo “atout” vincente, vinse per un insieme di altre azioni e rappresentazioni che convinsero una gran parte degli elettori italiani. Oggi il fantasma imbiancato che è stato fatto risorgere dal sepolcro con l’obiettivo di creare distrazione e scompaginamento è stato quello del Fascismo. A partire dalla presidentessa o presidenta della Camera , Laura Boldrini, fino al deputato PD Fiano, comprendendo al suo interno una serie di esternazioni e plausi assai amplificati di vari esponenti del mondo politico della sinistra, è stata dichiarata la guerra ad oltranza , guarda un po’, proprio al fascismo, ovvero ai suoi simboli, i suoi simulacri e tutto quello che nostalgicamente ma anche senza alcuna nostalgia, dovrebbe ricordarlo. In pratica la sinistra italiana, in lotta perenne e continua al proprio interno, non trovando alcun motivo comune di battaglia politica da raggiungere in modo unitario, tenta la coesione su qualcosa che la maggioranza degli italiani probabilmente ignora o gli è del tutto indifferente.
E come risponde il centrodestra italiano a questa sollecitazione? Apparentemente cerca di fare quello che si dice buon viso a cattivo gioco ma è fuor di dubbio che al momento non risponde con argomenti di alto profilo politico e sociale. Una parte significativa di questa parte politica (leggi Lega Nord e Fratelli d’Italia) cade nella trappola e risponde indignata e in più sembra impegnata esclusivamente a dare addosso all’immigrato ed alle conseguenze (sia presunte che reali) di una difficile integrazione tra culture diverse in una nazione che ha diverse questioni irrisolte con ampie fasce di popolazione in difficoltà: laureati, giovani, disoccupati, famiglie in seria difficoltà economica ed in rapporti difficoltosi con i comparti sanitario, scolastico, amministrativo e produttivo. L’altra parte del centro destra, quella di ispirazione moderata e popolare, cerca , senza troppa convinzione, un’emancipazione che conservi il patrimonio culturale di riferimento( mondo cattolico, associazionismo, valori tradizionali della società, difesa della libertà individuale) ma che sia pronta ad accogliere i cambiamenti disposti dalla globalizzazione e dal nuovo tessuto sociale composto da una società multietnica, libera dalle identità di massa, frazionata dalle diverse conoscenze culturali che la ricchezza di molteplici confronti comporta per forza di cose.
Cosa aspettarsi? Un colpo di reni che solo i leader di grande spessore e visione sanno proporre ai popoli in attesa di soluzioni? Non lo vedo possibile, al momento. Qualunque sia la “discesa in campo” non pare sia in grado, al momento, di acquisire quote di elettorato tali da rappresentare una svolta dirompente. Si viaggia( come limite estremo) sull’ordine di 1-2 punti percentuali sul totale, numeri significativi ma non tanto da rappresentare uno spartiacque nella storia della politica italiana. Non voglio essere un profeta, deploro l’attività della predizione, ma un incontro tra forze moderate, disposte anche a scelte civili coraggiose, sembra il più valido argine ad ogni deriva falsamente rivoluzionaria che di capacità di cambiamento non ha niente.
Agostino Mastrogiacomo