L’ultimo dono di Andrea Comand
Tra le tante notizie lette oggi, merita particolare attenzione il gesto di un imprenditore friulano, Andrea Comand, 39 anni, di Mortegliano (Udine) morto nel mese di luglio per un tumore, che ha disposto di lasciare ai cinque dipendenti l’officina di sua proprietà, da lui avviata nel 2011.
Tale notizia non può rimanere inascoltata, soprattutto perché ciò che colpisce non è stato tanto il fatto che Andrea Comand abbia lasciato ai suoi dipendenti un impresa in attivo, dimostrando piena fiducia in loro, ma dell’umanità del suo ultimo gesto che fa comprendere come sia importante il modo con cui si è alla guida di un impresa, di una società, o di altro ente di diversa natura; il modo con cui si assume il ruolo di “capo”.
Vorrei condividere con i lettori di Lazio Sociale la lettera scritta dai dipendenti che hanno ricevuto in dono il lascito di Andrea, i quali parlano di partecipazione, del lavorare in squadra, del condividere obiettivi, di come Andrea sia stato un maestro per loro.
“Come sempre ci ha spiazzati con i suoi gesti istintivi, diretti, concreti impegnativi ma fatti sempre con il cuore. Ci ha insegnato a camminare da soli perché non era una persona gelosa del suo sapere ma orgogliosa di far crescere le persone che aveva scelto alle sue dipendenze.
Siamo stati sempre coinvolti, partecipi, spronati al fine di raggiungere gli obiettivi aziendali: sempre tutti insieme, come insieme abbiamo affrontato il suo periodo di malattia. Come lui è stato vicino a noi, noi siamo stati con lui… con il cuore prima di tutto… il nostro motto è stato sempre quello: “Non lasciamolo solo ma stiamogli accanto come una famiglia”.
Lo abbiamo fatto, lo faremo restando una famiglia unita e facendo vivere il sogno di Andrea: per ringraziarlo di ciò che ci ha dato, ma soprattutto per fargli “vedere” che grande maestro è stato donandoci le sue quote insieme alla sua fiducia.
Lui non lo sa ma ci ha fatto anche un’ altra sorpresa che è quella di essere stati “adottati” dalla sua splendida famiglia che ringraziamo tantissimo: ci è stata vicina, ci ha consolato, ci ha incoraggiato, ci ha spronato e anche dato piena fiducia; un ringraziamento particolare va a Gianni che ci ha preso per mano come un fratello maggiore e ci ha fatto capire quanto importante sia la lealtà e il mantenimento delle promesse fatte ad un amico”
Queste sono le parole scritte da chi per anni ha lavorato, non per Andrea ma con Andrea.
Alessandra Bonifazi