Caso Altavilla Milicia, “Disappunto per la pubblicazione del nome della minore ristretta”


Il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Stefano Anastasìa, e la Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Lazio, Monica Sansoni, esprimono disappunto e preoccupazione, nel constatare che alcuni organi d’informazione hanno pubblicato, financo nel titolo di alcuni articoli tuttora on line, il nome e il cognome della minore coinvolta nei fatti di cronaca di Altavilla Milicia, attualmente reclusa nell’Istituto penale minorile (Ipm) Casal del Marmo di Roma.

Tali condotte, anche oggetto di alcune segnalazioni pervenute ai Garanti, lasciano fortemente perplessi i medesimi, tenuto conto delle stringenti normative statali in materia di divieto di pubblicazione e divulgazione di notizie o immagini idonee a consentire l’identificazione di minorenni coinvolti in procedimenti giudiziari, pure in materie diverse da quella penale.

A tale riguardo, evidenziano i Garanti, significativa rilevanza assumono le regole deontologiche relative al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica, contenute in un allegato al Codice della Privacy, che prevedono espressamente il diritto del minore alla riservatezza, bene quest’ultimo considerato come primario anche rispetto al diritto di critica e di cronaca. In tal senso, appare difficile comprendere come possano essere giustificati articoli che riportino fin dal titolo il nome e il cognome di una minorenne coinvolta in fatti di cronaca.

Alla luce di quanto accaduto, il Garante regionale delle persone detenute e la Garante regionale dell’infanzia e dell’adolescenza auspicano per il futuro una maggiore attenzione ai principi sopra ricordati da parte di tutti gli operatori dell’informazione – anche di coloro che si occupano di programmi televisivi -, sensibilizzando anche le autorità preposte a vigilare, affinché sia garantito il rispetto dei diritti fondamentali dei minori coinvolti in procedimenti giudiziari.

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