VALUTAZIONE GENITORIALE NEL PROCESSO ADOTTIVO
Dr.ssa Serena Masci di “Psinsieme”, gruppo di supporto psicologico territoriale: dr.ssa Rita Baggiossi, dr. Fabio Battisti, dr.ssa Alessia Belgianni, dr.ssa Alessia Micoli, dr.ssa Cristina Pansera
In un percorso delicato come quello adottivo è importante supportare gli aspiranti genitori adottivi, valorizzare e sostenere con attenzione le loro competenze, mettendoli in condizioni di accogliere nel miglior modo possibile il bambino che farà parte della famiglia. Per i bambini adottati è difficile elaborare il passato dopo aver sperimentato legami fragili con le figure di accudimento e vissuto esperienze che hanno influenzato la loro rappresentazione di famiglia e la percezione di sicurezza nei legami affettivi. E’ necessario, allora, che attraverso l’adozione trovino genitori aperti, sensibili e competenti, che li aiutino a ricucire il presente e il passato in modo equilibrato (J. F. Manieri). Per questo motivo il Tribunale per i Minorenni, dopo aver ricevuto una richiesta di adozione, ne invia una copia ai servizi socio-sanitari competenti del territorio, affinché possa essere effettuata una valutazione della coppia, come la loro attitudine all’essere genitori, lo stato di salute e le condizioni socio-economiche.
Nello specifico si vanno ad indagare la situazione personale e famigliare, per valutare la personalità dei futuri genitori, la conoscenza di sé, dei propri limiti e delle proprie risorse, lo stile di vita, le caratteristiche della coppia e la disponibilità ad accogliere un nuovo membro in famiglia. In secondo luogo si analizzano quali sono le motivazioni ad adottare. E’ importante comprendere lo sviluppo del desiderio di paternità e maternità biologica e come siano giunti alla scelta adottiva, in aggiunta all’analisi di quale percorso medico ha attraversato la coppia (procreazione assistita, gravidanze interrotte, etc.). Infine, si esplorano le caratteristiche dei minori che la coppia deve essere in grado di accogliere rispondendo in maniera adeguata sia a livello materiale sia affettivo e psicologico. Per attuare questo tipo di valutazione della coppia è necessaria la partecipazione a colloqui con uno psicologo o con altri operatori socio-sanitari.
Il processo di valutazione viene vissuto spesso come una situazione di esame e, per quanto sia fuori di dubbio che una valutazione implica un’attività valutativa, è anche certo che dovrebbe esperirsi in una forma o con certi contenuti, che favoriscano anche la riflessione da parte degli aspiranti genitori adottivi, potendo mantenere una certa continuità con quello che i processi di formazione vorrebbero stimolare (J. Palacios, 2008). Effettivamente, però, nella sua esplicitazione più frequente la situazione di valutazione dell’idoneità invita poco alla riflessione, all’esplorazione delle proprie idee, attitudini valori, aspettative, ovvero alla finalizzazione del processo di maturazione decisionale da parte delle persone disponibili all’adozione. Lo psicologo, da parte sua, ha tempi molto ristretti per scrivere la relazione. Tenendo conto di queste due problematiche è necessario che il colloquio non diventi una pura formalità, ma serva per farsi un’idea sulla genitorialità adottiva, affinchè possa essere un’esperienza evolutiva e non un semplice passaggio valutativo di idoneità.