FAP Acli di Latina: rivalutazione delle pensioni 2023/2024
Come previsto, anche quest’anno il tasso d’inflazione, pur se in leggero calo (intorno al 5,4/5,6%), sta fortemente riducendo il potere di acquisto dei redditi dei cittadini, con particolare riferimento ai redditi da pensione, che ancora devono ricevere la differenza dello 0,80% del tasso definitivo dell’8,1% calcolato dall’Istat al 31/12/202022, rispetto alla % del 7,3 calcolata al 30 settembre del 2022.
L’allora governo in carica, valutate le precarie condizioni di vita dei pensionati, soprattutto quelli delle fasce minime, oltre che mantenere le 3 fasce in vigore (100/90 e 75%) aveva decretato l’ ”anticipazione” di 2 punti percentuali -13.ma compresa – incrementati dello 0,2% dovuto a saldo degli importi minori pagati a gennaio 2022, per compensare economicamente le difficoltà relative alla forte inflazione che gravava sulla categoria dei pensionati. Quindi gli adeguamenti dovevano essere considerati in base al reddito percepito nel 2022 ed incrementati secondo le percentuali previste per le 3 fasce di reddito: ma così non è stato, perché il nuovo governo ha introdotto con “l’art.56 della Legge di Bilancio 2023/2024” la revisione del meccanismo d’indicizzazione, estendendo da 3 (100/90 e 75%) a 6 le fasce di rivalutazione, mantenendo solo il 100% per le prime 4 e riducendo le altre, inizialmente all80, al 55, al 50, al 40 e al 35%, ma successivamente – corretto quello dall’80 all’ 85% – sono stati ridotti – e pagati in ritardo – gli altri al 53, 47 , 37 e 32% (per questo ricalcolo pagati in ritardo), giustificato necessario per reperire altre risorse essenziali ad aumentare (questi sì anche se provvisoriamente), gli assegni al minimo.
Da subito abbiamo evidenziato la necessità di rivedere tale decisione, in quanto il provvedimento inviava segnali chiaramente contrastanti, volti a penalizzare da una parte la categoria più debole ed a favorire dall’altra le categorie privilegiate, con il provvedimento della detassazione dei redditi dei professionisti e delle partite iva fino ad 85 ml €. Ribadiamo quindi la necessità di rivedere completamente ed in modo strutturale il meccanismo della perequazione dei redditi da pensione, partendo dal paniere ed intervenendo sulle norme detrattive e deduttive al fine della tutela dei redditi da pensione, per il mantenimento di un dignitoso tenore di vita delle persone anziane e delle loro famiglie. Immediatamente – come nel 2022 – sarebbe opportuno anticipare il residuo dello 0,80% (arretrati compresi), poiché già consolidato, in considerazione della valutazione dell’indice Istat corrente , che ancora “viaggia” – come anticipato – intorno al 5,5% secondo le ultime stime dell’Istituto di statistica. Ciò per evitare i “falsi” comunicati e voci, che già si sentono e leggono di robusti AUMENTI (non recupero del tasso d’inflazione?) ai pensionati a fine anno. Sono decenni che, al di là della perdita di oltre il 30% del potere di acquisto dei loro redditi, i pensionati vengono TRATTATI come “scarti umani”, poichè secondo il concetto della globalizzazione dell’economia, devono essere relegati ed abbandonati nella classe sociale definita dei “surplus pipol” ossia persone inutili, poiché improduttivi.
Al contrario, le persone anziane hanno dato e continuano ad essere – non un peso – ma una risorsa per la società. Per cui riteniamo indispensabile valutare la necessità di superare l’attuale modello sociale con uno in grado di assicurare servizi ed assistenza, attraverso la creazione di una vasta e salda rete sinergica tra anziani, istituzioni ed associazioni del 3° settore e del volontariato, per ricostituire e rafforzare quei valori sociali, morali e culturali, anche attraverso il dialogo intergenerazionale, con un forte impegno per una promozione della qualità della vita, favorendo ove possibile l’invecchiamento attivo delle persone anziane, ed il mantenimento del potere di acquisto dei loro redditi, necessario anche al sostegno delle loro famiglie.
Franco Assaiante – Segretario FAP-ACLI ( Federazione Anziani e Pensionati)di Latina