Scrittore Sumero: siamo tutti dittatori nord coreani
In agosto, quando potremmo tutti riscoprire le bellezze del Mondo, c’è qualcuno che pensa a come distruggerle, tipico di chi, prepotente, deve abbattere il castello di sabbia costruito in spiaggia con gli amichetti dell’ombrellone. Leggiamo i giornali e i titoli sono per gli americani che si sentono in dovere di bombardare la Corea del Nord ed attaccare il Venezuela. Certo che la situazione in questi due Paesi non è chiara, ma i confinanti cosa dovrebbero dire? Dovrebbero essere più preoccupati, ora sicuramente degli Stati Uniti. È inutile ricordare i “successi” diplomatici e militari degli uomini di Washington negli anni: Corea, Vietnam, Iraq, Afghanistan, Libia e in ogni dove. Cuba su tutti. Ricordo un film di Klint Eastwood , interpretava un sergente marines che con voce dura diceva: “abbiamo avuto un pareggio, la Corea, una sconfitta, il Vietnam, ed ora una vittoria, Grenada”.
A Grenada San Marino bastava, forse anche un condominio di provincia, perché quelli della Tuscolana non si mettono con i più piccoli. La Cina, la Corea del Sud e il Giappone medieranno e questi popoli se combattessero sono un’altra cosa. Non voglio ironizzare sulla storia e sull’impeto militare degli Stati Uniti, ma vorrei fare una riflessione con i fratelli americani. Il governo Coreano avrebbe le testate nucleari, Saddam non aveva armi chimiche, e cosa fanno le armi chimiche? Devastano con agenti inquinanti, letali all’uomo e alla natura. Bene, allora bombardate l’Italia, la Francia o il Brasile. Sono anni che torturiamo noi stessi e il Pianeta con un esasperato consumismo. La Francia nel Pacifico si allena da anni con esplosioni nucleari, l’Italia sotterra bidoni chimici ovunque, costruendo campi minati. Quanto siamo pericolosi noi? Noi come tutto il Mondo. Il Venezuela? Petrolio e droga. Forse siamo tutti colpevoli, siamo stati tutti dittatori nordcoreani, anche la massaia della California che spedisce i rifiuti nel Pacifico.
Allora un nuovo Patto Atlantico ci vorrebbe, ma a difesa della bellezza e dell’ambiente, della natura, del nostro Mondo. Passiamo dalla Globalizzazione alla Mondializzazione. Richiamo l’articolo di qualche tempo fa, sempre su Laziosociale, su Taormina e Las Vegas, sull’idea e la provocazione. Cari americani, e siamo stati tutti americani, abbiamo avuto il sogno americano per decenni, senza capire che nel sogno non possiamo leggere, è una funzione non attiva durante il sonno, quindi non possiamo capire, ora costruiamo insieme una visione. La visione ti permettere di leggere gli elementi esistenti coordinati in maniera diversa. Costruiamo il Nuovo Mondo. Per farlo partiamo dal basso, dalle nostre comunità, perché da Trump non comprerei mai un’auto usata.
Scrittore Sumero