Fap Acli Latina: Adeguamento delle pensioni al tasso dell’inflazione Istat dal 1 gennaio 2023

                                                 

Con l’approvazione definitiva della legge di bilancio 2023/2024, sono stati definitivamente approvate le nuove norme  del meccanismo d’indicizzazione, che ha fissato – maggiormente in ribasso – le fasce di rivalutazione, già ridotte rispetto alla precedente Legge n.160 del 2019, che garantiva una rivalutazione ripartita su 3 scaglioni: del !00%, 90% e al 75% per i trattamenti superiori a 5 volte il T.M. Nella prima stesura il nuovo governo aveva modificato le fasce  esistenti, portando da 3 a 6 gli scaglioni previsti, mantenendo solo il primo al 100% e riducendo tutti gli altri, dal 90 all’80% il secondo e gli altri al 55%, 50%, 40% e l’ultimo scaglione  al 35%.  Nella nostra prima comunicazione di novembre ci siamo astenuti nel fare le necessarie considerazioni, rinviandole alla verifica del Comitato Direttivo, e limitando la riflessione come sia stato affrontato – diversamente –  il problema del reperimento delle risorse per l’incremento dei trattamenti minimi,   penalizzando la categoria dei pensionati e favorito con elargizioni (sport) e/o risparmi /flat-tax) per le categorie dei professionisti e delle partite iva. Abbiamo assistito a forme di esultanza per  i “max aumenti  concessi” ai pensionati, anziché affermare di aver modificato in ribasso quanto effettivamnte  previsto dalle precedenti normative per il recupero del tasso d’ inflazione,  che aveva fortemente ridotto il potere d’acquisto dei pensionati, già notevolmente penalizzati dalle mancate riforme effettivamente necessarie.  Non bastasse ciò, in fase di approvazione del decreto, per effetto di “protagonismi” all’interno della maggioranza sono state ulteriormente diminuite le percentuali delle fasce oltre la quarta, portandole al 53, 47, 37 e 32 l’ultima, mentre la fascia dell’80% è stata portata all’85% perché ci si  è accorti che la forte diminuizione calcolata portava inevitabilmente  all’appiattimento prematuro dei redditi, come già avvenuto negli anni 90,originando proteste e contestazioni. Per questo il comitato Direttivo della FAP – Acli di Latina ha espresso un parere decisamente negativo nei confronti delle variazioni operate, poiché dimostra chiaramente  come la categoria dei pensionati sia stata fortemente penalizzata dalle modifiche che il governo ha introdotto all’art.56 della Legge di bilancio e ribadisce-pertanto- la la necessità di una pressante iniziativa di revisione del meccanismo, tenuto conto della reale composizione e diversificazione dei coefficienti detrattivi e deduttivi per il mantenimento di un  dignitoso tenore di vita , partendo dal recupero effettivo dell’inflazione fissata al 31/12/2022 dall’Istat all’8,1% a partire – quantomeno – dal 1° quadrimestre del 2023. Queste le modifiche apportate all’art-56 della Legge sul bilancio 2023 – 2024. 

Si precisa che l’Inps ha comunicato che la rivalutazione delle pensioni con reddito superiore a 4 volte il T.M. inizialmente prevista per febbraio,  sarà applicata con il pagamento del mese di marzo, compreso gli arretrati di gennaio e febbraio

Franco Assaiante – Segretario FAP – ACLI Latina  

2 commenti su “Fap Acli Latina: Adeguamento delle pensioni al tasso dell’inflazione Istat dal 1 gennaio 2023

  1. Se tutto ciò andasse a favore della,’occupazione giovanile e dei giovani sottoccupati l’abbassamento dell’,indice di rivalutazione potrebbe pure passare.Dovrebbero calmierare i prezzi di prima necessità.

  2. Aver svolto il proprio lavoro nella carriera dirigenziale ha di fatto posto a carico delle relative posizioni pensonistiche il riequilibrio dei conti non applicando una corretta perequazione ai trattamenti pensionistici delle persone. Tra poco tra mancato adeguamento e incremento delle imposte regionsli una delle mensilita’ verrà devoluta al fisco. Altro che quattordicesima mensilità. E tutto accade senza che le OO.
    SS. accennino a una protesta. Per tutta la vita abbiamo alimentato l’erario con ritenute fiscali al 43 %-47%, sarebbe ora che il nostro trattamento pensionistico sia rivalutato in maniera adeguata. A tutti questo Gaverno promette e concede aiuti saccheggiando le pensioni più alte. Ma il diritto dei singoli chi lo tutela?

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