La peculiarità della schizofrenia
Dr. ssa Alessia Micoli
Psicologa Criminologa
La schizofrenia, termine coniato per la prima volta dallo psichiatra Eugen Bleuer (1908), viene considerato un disturbo mentale grave che colpisce una persona su cento; l’esordio è preceduto da un isolamento sociale di severa entità in cui il soggetto arriva ad abbandonare il proprio lavoro, o la scuola.
È un grave disturbo psicotico, ove il soggetto sembra rimanga indifferente alla realtà che lo circonda poiché le caratteristiche della sua personalità interferiscono e scompaginano la rete relazionale.
La patologia della schizofrenia è caratterizzata da un quadro molto variegato di sintomi importanti che vanno dalla perdita del contatto con la realtà, con l’alterazione del pensiero della percezione, con allucinazioni che possono essere uditive e visive, con deliri, con un comportamento ed un linguaggio disorganizzato e coatto, con manifestazioni emotive ridotte, con dei deficit cognitivi ad una carenza nella sfera delle relazioni sociali.
I soggetti schizofrenici che presentano una determinata pericolosità sono in minoranza., difatti la maggior parte non presenta agiti violenti.
Gli individui affetti da schizofrenia, sebbene siano ritenuti soggetti aggressivi, spesso subiscono aggressioni, purtroppo non si rendono conto di essere malati, nonostante vivano in un mondo distorto da allucinazioni e molto spesso il suicidio è la causa più frequente di morte.
È molto difficile riuscire a convincere una persona affetta da questa patologia a curarsi e quindi a seguire delle terapie farmacologiche.
Fondamentale, oltre alla terapia farmacologica, sono gli interventi psico- sociali assieme ad altri interventi quali la psicoterapia e agli interventi psico- educativi familiari riescono a ridurre l’impatto a lungo termine della schizofrenia.
I familiari, che non devono sentirsi in colpa o responsabili, sono degli alleati fondamentali nella cura di questa patologia.