Terra e Libro sono la bellezza della Umanità
Sulla base di una tradizione catalana, la 28ª sessione della Conferenza Generale dell’UNESCO, riunita a Parigi, su proposta di 12 paesi fra cui Australia, Russia e Spagna, ha adottato la risoluzione 3.18 con la quale ha proclamato il 23 aprile di ogni anno “Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore”. L’obiettivo della Giornata è quello di incoraggiare a scoprire il piacere della lettura e a valorizzare il contributo che gli autori danno al progresso sociale e culturale dell’umanità.
Il 23 aprile è stato scelto in quanto è il giorno in cui sono morti nel 1616 tre importanti scrittori: lo spagnolo Miguel de Cervantes (1547-1616), l’inglese William Shakespeare (1564-1616) e il peruviano Inca Garcilaso de la Vega (1539-1616). In realtà, Cervantes e Garcilaso de la Vega sono morti il 23 aprile secondo il calendario gregoriano, mentre Shakespeare è morto il 23 aprile secondo il calendario giuliano, all’epoca ancora in vigore in Inghilterra, e quindi dieci giorni dopo.
Celebrare il libro dopo la giornata dedicata alla “Terra” è, secondo me, giustizia, è logica, è coerenza.
Avete mai pensato a noi su questo Pianeta senza libri?
Questo Pianeta stesso senza libri?
Il libro è la più grande e bella invenzione su questa Terra, che a sua volta è stata creata mentre veniva proprio descritta la stessa Genesi su un libro.
Noi senza i libri non saremmo umani.
La scrittura ci ha emancipati, ci ha reso degni di questa Terra.
Siamo coscienti di essere parti del nostro Pianeta, perché lo leggiamo e lo scriviamo.
Viceversa il Pianeta è parte di noi, elemento della nostra storia.
Il progresso cammina sulle righe, sulle pagine.
Noi non celebreremmo nulla, neanche la Terra stessa, senza quella invenzione chiamata scrittura e composta in libri.
Il libro testimonia come l’essere umano sia elemento fondamentale e caratterizzante di questa Terra.
Dio è perfetto, la natura è perfetta, perché nasce l’uomo imperfetto?
Per l’aspirazione alla vita, alla bellezza della vita.
Questa aspirazione si compie nella umanità, nella socialità, che è tutta dentro i nostri scritti.
L’uomo perché chiama il Pianeta “Terra”, nonostante sia prevalentemente liquido?
Terra viene da Tersa, in Indoeuropeo “parte secca”.
Perché riconosce prevalenti i luoghi della socialità, dove può comunicare, parlare o scrivere agilmente.
È nella bellezza della vitalità sociale che possiamo considerare la grande caratteristica della Terra e probabilmente il destino.
Tutto ciò vive nei libri trasportatori di informazioni ed emozioni, della vitalità appunto. Molto spesso neanche solo trasportatori, ma generatori di emozioni ed azioni, anche rivoluzioni.
La Terra la possiamo celebrare sempre e solo con l’umanità e ciò che la rende realmente originale e bella.
Pitagora scelse la sfera per descrivere il nostro pianeta non tanto perché la proiezione dello stesso sulla luna durante le eclissi facessero capire ciò, ma dalla convinzione che la sfera fosse la figura geometrica più bella e completa, quindi la giusta rappresentazione.
La bellezza la leggeva tramite gli occhi della umanità senza la quale non vi sarebbe stata identificazione, descrizione o codificazione.
Tutto ciò, imprescindibile per ogni celebrazione, vive nei millenni nella umanità e nella sua più grande testimonianza: il libro.
Terra e Libro sono la bellezza della Umanità e li celebriamo consecutivamente nel calendario.
Anche il calendario è un libro che scriviamo noi, non un tempo che ci domina, ma pagine per dare senso al tempo su questa e di questa Terra.
Nicola Tavoletta
Presidente Nazionale ACLI TERRA
Super … super …
Grazie Nicola