IL PUNTO = Pil: Istat, 2021 anno record con crescita +6,5%
Numeri record quelli della crescita del Pil italiano che nel 2021 è aumentato del 6,5% rispetto al 2020 segnando così un massimo storico e incoronando l’Italia a locomotiva d’Europa. E se la crescita dovesse proseguire a questo ritmo, il gap con i livelli del 2019 potrebbe essere colmato giá nel primo trimestre del 2022.
- NUMERI AL TOP DAGLI ANNI ’70
Sono dati incoraggianti quelli pubblicati dall’Istat che evidenzia come i numeri del 2021 siano al top se si guarda alle serie storiche ufficiali che cominciano nel 1995 ma, considerando la ricostruzione delle serie del passato, “bisogna andare al 1976, a circa 45 anni fa, per trovare un dato annuale (6,6%) tanto consistente come quello che abbiamo dato oggi” e, prima ancora, al 1973 per registrare un dato di crescita pari al 6,7%. “L’economia italiana – commenta l’Istat pubblicando la stima preliminare – registra per il quarto trimestre consecutivo una espansione, seppure a ritmi piú moderati rispetto ai periodi precedenti. Anche dal lato tendenziale, la crescita è risultata molto sostenuta, superiore ai 6 punti percentuali”.
Nel quarto trimestre del 2021 si stima, infatti, che il prodotto interno lordo sia aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e del 6,4% in termini tendenziali”. La variazione acquisita per il 2022 è +2,4%.
- L’ITALIA E’ LA LOCOMOTIVA D’EUROPA
In termini di ripresa l’Italia è ora la locomotiva d’Europa.
Nel quarto trimestre del 2021, la crescita del nostro Paese ha registrato, infatti, il ritmo piú forte se confrontata con il resto dell’Eurozona e rispetto allo stesso periodo del 2020.
Secondo quanto reso noto da Eurostat, nell’ultimo trimestre dello scorso anno il Pil dell’Eurozona è cresciuto su base annua del 4,6% mentre nell’area Ue del 4,8%. L’Italia ha fatto registrare il +6,4%. - UNA VARIAZIONE DI 15 PUNTI IN 24 MESI “Usciamo da un biennio nel corso del quale il Pil ha avuto una variazione di 15 punti in 24 mesi, è un fatto storico che non ha molti precedenti”, spiegano i tecnici dell’Istituto di statistica, sottolineando inoltre che “se l’economia crescesse allo stesso tasso congiunturale dello 0,5%, 0,6% riassorbiremmo nel primo trimestre del 2022 l’intero gap e torneremmo a quel sentiero di crescita, allo stesso punto raggiunto con il sistema economico nell’ultimo trimestre 2019”.
MA SUL 2022 L’ISTAT NON SI SBILANCIA
Ora lo sguardo si volge al 2022, ma l’Istat non vuole sbilanciarsi per quanto riguarda stime di crescita dell’economia. “Quando sono state fatte le previsioni di dicembre alcune condizioni erano diverse, le previsioni facendole ogni 6 mesi incorporano un set informativo diverso”, affermano i tecnici dell’Istituto. Per questo, aggiungono, “non ci sentiamo, a questo stadio, di poter confermare o no qualcosa”.
- UN BIENNIO NON LINEARE RICCO DI SFIDE Quello appena concluso è stato il biennio del Covid, mesi complicati non solo dal punto di vista socio-economico ma anche per chi ha registrato lo stravolgimento che il mondo ha subito.
“Sono trimestri difficilissimi, non solo per la contabilitá nazionale ma anche per le statistiche economiche, finanziarie e sociali. Registrare questi dati pone delle sfide abbastanza forti per noi tecnici e ci rendiamo conto che gli strumenti tecnici a disposizione della contabilitá nazionale e gli altri uffici dell’Istat non avevano previsto situazioni di questo genere”. Secondo l’Istat, “ci troviamo in un mondo non lineare, il mondo precedente era essenzialmente lineare, quindi ci sono delle conseguenze che compaiono giorno dopo giorno. Ogni dato nuovo è un pezzo nuovo di storia che è piú normale rispetto a quello che è successo negli ultimi 2 anni, ma ci vorrá del tempo perchè questi due anni pesino di meno nella serie storica, che pubblichiamo dal 1995”