VIGLIOTTI (UNISIN): “VOCI SU PIANO INDUSTRIALE NON ACCETTABILI. IN LOTTA A DIFESA DEI LAVORATORI E CLIENTI BNL”

In Piazza Vidoni, accanto al Ministero della Funzione Pubblica, è stato organizzato un presidio delle organizzazioni sindacali per contestare il Piano di ristrutturazione della Banca Nazionale del Lavoro e auspicando delle “normali” relazioni industriali.
Un contenuto che sarà quasi certamente molto pesante per i lavoratori e per una fascia di clienti, secondo i rappresentanti delle diverse sigle, ed ancora non presentato nel dettaglio dalla dirigenza ai sindacati e all’opinione pubblica.
Secondo le voci che circolano da tempo, sono previsti ulteriori tagli del personale, di molte sedi ed esternalizzazioni di servizi, finora svolti direttamente da Bnl Paribas.

Con Tommaso Vigliotti, Segretario nazionale Unisin, Lazio Sociale ha fatto il punto della situazione, mentre era in corso a Roma la mobilitazione unitaria di tutti i sindacati del comparto bancario.

Segretario Vigliotti, quanto è a rischio la struttura e l’organizzazione del lavoro di Bnl? A tutt’oggi solo voci di corridoio, ma voi sindacati non avete visto alcunché del Piano industriale.

Esattamente. Soltanto domani ci verrà illustrato formalmente questo Piano industriale, i cui contenuti sono però a noi arcinoti già da tre mesi e questo è stato sufficiente affinché noi iniziassimo un’azione di lotta, attraverso una mobilitazione che ha visto fino ad oggi allestire sei presidi. Abbiamo toccato tutte le principali piazze italiane dove è presente la Bnl: siamo partiti da Roma, poi a Napoli, siamo stati a Firenze, a Bari e a Milano. Ora torniamo a Roma.

La nostra intenzione era quella di manifestare davanti all’ambasciata francese, perché la proprietà della nostra banca è della multinazionale Bnp Paribas, ma siamo stati dirottati qui accanto Palazzo Vidoni, che comunque ha il suo identico significato per la storia del lavoro del nostro Paese.

Quali i punti maggiormente critici della ristrutturazione di cui avete finora notizia?

Secondo i piani aziendali – che noi intendiamo contrastare con tutte le nostre forze -, sono previste cessioni di lavorazioni e di lavoratori ed esternalizzazioni. Parlo di circa ottocento o novecento persone. Peraltro, è già stata ceduta un’azienda-modello dei sistemi di pagamento digitali, la Axepta, ad un’altra multinazionale francese.
Per comprendere meglio, si tratta dell’impresa che ha i Pos, attraverso cui noi si paga nei negozi con la carta di credito o con il bancomat. E con Axepta sono andati via oltre cento lavoratori. Il Piano prevederebbe anche altre centinaia di esuberi di dipendenti e, a quanto pare, per i manager questo non è ancora sufficiente.
Soltanto 2 anni e mezzo fa abbiamo affrontato una dichiarazione di esuberi per 600 dipendenti. Bnl è una banca che negli ultimi 4 anni è scesa da circa 13.000 dipendenti agli attuali 11.500 e quindi si capisce che, quando si parla di esternalizzazioni, e centinaia e centinaia di esuberi, siamo a ben oltre il 15 per cento del personale.

Ma c’è dell’altro per i clienti “tradizionali” e non?

Sì, come “ciliegina sulla torta” pare che verranno chiuse diverse filiali. Ad oggi, abbiamo 700 filiali e sembra che il management ne voglia chiudere almeno 100 o 150. Così, direi ironicamente, la Bnl vuole dare il suo contributo alla desertificazione del sistema del credito sui territori, un vero e proprio abbandono del presidio “fisico”. E questo, per una certa tipologia di utenza, è. invece, importantissimo e necessario.

Tutto questo è quanto dovrebbe essere previsto nella ristrutturazione, perché finora i sindacati ed i lavoratori non hanno avuto comunicazioni formali. Ma dopo gli incontri che avrete con il management cosa avverrà?

In effetti, da tempo, tutte le informazioni che abbiamo circolavano come preoccupanti voci di corridoio e fughe di notizie, ma di cui abbiamo poi trovato riscontri, seppur non ufficiali.
Subito dopo che ci presenteranno il Piano verranno avviate le procedure di legge del contratto. Quindi anche i periodi della cosiddetta tregua, del “raffreddamento” delle procedure, con le parti che saranno sedute ad un tavolo per trattare e mettere in atto delle soluzioni condivise, senza azioni unilaterali. Si tratta di 50 giorni in cui la banca non potrà attuare i suoi propositi e noi non potremo avviare procedure di sciopero. Poi dovrebbero attivarsi le cessioni di ramo di cui dicevamo.

Segretario Vigliotti, Unisin e tutte le altre organizzazioni dei sindacati dei bancari hanno un impegno unitario su questa vertenza di Bnl?

Sì, tutte le iniziative sono unitarie e portate avanti da tutti i sindacati presenti nel settore del credito e in Bnl. Ho anche la convinzione che si debba fermare questo piano aziendale per cercare di dirottarlo verso una direzione che sia più sostenibile. E non solo dal punto di vista dei risultati che l’azienda intende ottenere in termini di efficientamento, come dicono oggi a livello di manager, ma anche dal punto di vista del lavoro, in senso ampio.

Noi non possiamo consentire e non vogliamo assistere passivamente a un impoverimento e ad una ulteriore precarizzazione del lavoro che è in atto, purtroppo, da molto tempo dappertutto ed anche in questa banca.

Roberto Pagano

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