L’ARCIMATTO
Se amaste la scrittura, il giornalismo, la fantasia, il gusto della buona tavola, la creatività, la cultura e lo sport, allora un pensiero oggi andrebbe sicuramente ad un grandissimo rappresentante di tutto questo: Giovanni Luigi Brera. Gianni Brera, colui che ha cambiato la lingua italiana nel secondo dopo Guerra. Morì nel 1992 in un incidente automobilistico dopo una delle tradizionali cene del giovedì con gli amici. Era un conviviale vero, un anticipatore della cultura gastronomica del Terzo millennio. Io ero ragazzino e lo seguivo come opinionista al Processo del Lunedì. Un fuoriclasse della parola, talmente bravo che era un fecondo produttore di neologismi. Tanti idiomi attuali legati al calcio, allo sport, portano la sua firma: centrocampista, libero oppure goleador, solo per citarne alcuni. Ha raccontato l’atletica, il ciclismo e il calcio. Amico e biografo di Fausto Coppi. Penna di riferimento della Gazzetta dello Sport, de Il Resto del Carlino, al Giorno con Enrico Mattei, al Giornale con Indro Montanelli, poi a La Repubblica. Curatore della mitica rubrica “L’ Arcimatto” sul Guerin Sportivo, che era il “Brera pensiero” ispirato da Erasmo da Rotterdam. Paracadutista della Folgore, socialista e radicale, tradizionalista e convintamente amante della sua Lombardia. Leggete i suoi articoli sono un’altra cosa, letteratura vera.
È un riferimento della cultura italiana, non solo del giornalismo. Ricordo lui, ma ricordo anche il contesto straordinario dei giornalisti sportivi dell’epoca, un livello eccelso. Oggi, 8 settembre, nacque Gianni Brera, ma il 5 settembre del 1993 morì Vladimiro Camminiti, un grande poeta, merita un ricordo a parte. L’Italia tra il 1992 e il 1993 perse L’Arcimatto e Camin, due giganti della penna e della mente.
Leggere Camminiti è addirittura commovente. Però ne parlerò in un altro articolo. Oggi Auguri Juan da San Zeno Po, la Redazione di Lazio Sociale brinda al Maestro.
Nicola Tavoletta
Grande ammiratore di Gianni Rivera, che se non vado errato, gli ha inventato il soprannome di ” ABATINO”. Grande giornalista.
Cari Tavoletta e Assaiante, mi avete veramente commosso. Avete parlato di due personaggi che dire “storici” è riduttivo. Oggi c’è il deserto con qualche sprazzo. Dopo aver sentito i Miei che dicevano “altri tempi”, non avrei mai pensato di doverlo dire anche io oggi.
P. S.
Conoscevo un Assaiante che oggi dovrebbe essere discretamente nella terza età. Credo che fosse un sindacalista. (Altri tempi!!)
Alessandro Novaga