Nicola Tavoletta: influencer

I cambiamenti sono naturali, rientrano nelle dinamiche sociali ed ambientali. Sono legati al passaggio del tempo e alle idee, alla cultura. Possono essere migliorativi o peggiorativi, ma, comunque, a loro volta possono sempre essere cambiati. Leonardo Da Vinci, ad esempio e che esempio, diceva in quest’ottica una frase orientata a soddisfare l’interesse umano:<<fate cose nuove, le migliori verranno copiate da altri, ma voi fatene altre ancora, questo è il segreto>>.

I cambiamenti sono necessari, utili, soprattutto quando sono rivoluzione e non riforma, che vuol dire semplicemente dare forma diversa ad un contenuto uguale.

La tradizione è spesso cambiamento, nonostante quanto si possa pensare, perché si trasportano nel tempo delle esperienze cambiando completamente il significato.

Boniperti rappresentava nel calcio e nella Juventus proprio questo, cioè il cambiamento rivoluzionario di una tradizione.

La scelta di Picchi, Trapattoni o di Zoff lo sono state.

L’accompagnamento dei calciatori alla maturità cultura e sociale ne è un esempio, come lo è lo stile impresso alla Juventus, perché è una evidente manifestazione di capacità di fare tendenza, quindi anticipare il cambiamento.

Anche Zavaroff ed Alejkov sono stati un cambiamento storico, anticiparono la caduta del Muro di Berlino e la Perestrojka più intensa.

Boniperti rappresenta la figura più autorevole nello sport nella capacità di anticipare il cambiamento generale, segnando una tendenza, in altri ambiti si definirebbe una capacità profetica, ma non esageriamo.

Eppure è identificato come espressione della tradizione.

Ieri è stata giocata, ovviamente sotto la pioggia, la partita Inghilterra-Scozia, praticamente la più antica partita del Mondo. La prima partita di calcio della storia si giocò proprio da quelle parti: il 26 dicembre 1860 si gioca l’amichevole ufficiale fra Hallam FC e Sheffield FC sul campo di Sandygate Road di Sheffield.

La partita Scozia-Inghilterra del 30 novembre 1872, invece, viene considerata il primo incontro ufficiale mai disputato tra due rappresentative nazionali di calcio; questa partita, conclusa 0-0, è riconosciuta dalla UEFA e dalla FIFA, ma è contestata dalle due nazionali che considerano come primo incontro quello svoltosi all’Oval di Londra il 5 marzo 1870.

Oggi 19 giugno, ma del 1306 le forze del conte di Pembroke sconfiggono i ribelli scozzesi di Robert Bruce nella battaglia di Methven.

Tra Inghilterra e Scozia è storia vera di reti e spade, basti pensare a Braveheart e al famoso discorso di William Wallace.

Una storia rivoluzionaria di libertà e di invenzione, bastano proprio le notizie sul calcio, ma questa volta il loro cambiamento è esattamente contro la tradizione: la Brexit.

Qualcuno, invece la interpreta una difesa della tradizione, ma è esattamente il contrario.

Abbiamo dato onore agli Inglesi e agli Scozzesi, ma oggi, 19 giugno, è soprattutto una festa per l’Italia, nel 1938 a Parigi battemmo 4 – 2 i grandi Ungheresi.

I Campioni del Mondo guidati dal CT Vittorio Pozzo erano: Ceresoli, Masetti, Olivieri, Foni, Monzeglio, Rava, Andreolo, Chizzo, Donati, Ferrari, Genta, Locatelli, Meazza, Olmi, Perazzolo, Serantoni, Bertoni, Biavati, Colaussi, Ferraris II, Pasinati e Piola.

Il Campione e Capitano Ungherese Gyorgy Sárosi, al termine della partita, strinse la mano a Meazza, sussurrandogli: «La vittoria è andata certamente ai migliori».

Storie di uomini, di calcio, di tradizioni e rivoluzioni.

Nicola Tavoletta

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