Di Giorgi: Road to Tokyo 2020 Sara Simeoni, la più forte!
La medaglia d’oro di Sara Simeoni ai Giochi di Mosca del 1980 è stata una delle pagine più belle nella storia dello sport italiano; il coronamento di una carriera fantastica, ben oltre i confini del salto in alto, al suo apice dopo il doppio record mondiale (2,01 a Brescia e a Praga) di due anni prima.
Vincere da grande favorita, in un’Olimpiade, significa saper sopportare una pressione enorme e quella alla vigilia di quei Giochi fu anche superiore al solito: la ventisettenne Simeoni, infatti, era stata uno dei pochi sportivi italiani a schierarsi con forza contro il boicottaggio di molti paesi, fra cui l’Italia (che poi lo avrebbe messo in pratica a metà), in segno di protesta contro l’invasione sovietica dell’Afghanistan. Se lo poteva permettere, Sara, per la sua classe e per il fatto di non far parte di gruppi sportivi militari.
La campionessa europea e vicecampionessa olimpica in carica, si qualificò in finale con 1,88 superato alla seconda prova, misura che non superarono l’ungherese Matay, primatista mondiale indoor e la giovane sovietica Tamara Bykova, tradita dall’emozione e che più avanti avrebbe fatto grandi cose, portando il record mondiale a 2,05. 1,94, invece, si rivelò una misura insormontabile per la tedesca dell’Est Rosemarie Ackermann, la rivale di sempre oltre che oro a Montreal 1976. A 1,94 ci fu quindi la certezza della medaglia, visto che rimanevano in gara soltanto la Simeoni, la polacca Urszula Kielan e la tedesca est Jutta Kirst. La Simeoni, però, non aveva errori, al contrario delle rivali che oltretutto erano già sui propri record personali.
Sara guarda l’asticella, prende la rincorsa e salta: 1,97 alla seconda prova mentre le avversarie falliscono tutte e tre le prove. È oro!
Fu la seconda medaglia d’oro dell’atletica italiana femminile, dopo quella di Ondina Valla a Berlino 1936 negli 80 ostacoli. Tre tentativi, ormai scarica psicologicamente, a 2,02, prima dei festeggiamenti e di una premiazione un po’ amara, senza inno di Mameli e senza bandiera dell’Italia.
Ma ancora oggi rimane l’impresa e per una delle medaglie d’oro più meritate della storia.
Anche se la Simeoni, che portò il record italiano da 1,71 a 2,01, ha sempre considerato la gara della vita l’argento di Los Angeles 1984, 2 metri saltati a chiusura di una carriera fantastica.
Libro consigliato
Di Giovanni di Giorgi
Direttore editoriale della casa editrice Lab DFG