La cantieristica nautica italiana nel 2020 si conferma ai vertici della classifica dell’export

Seconda sul podio dopo i Paesi Bassi con vendite oltre confine per più di 2 miliardi di euro, reggendo all’impatto della pandemia. Allargando il raggio, il settore della cantieristica, navale e nautica, italiana chiude il 2020 con un giro d’affari di oltre 11 miliardi di euro (+ 9,9%) ed esportazioni per circa 4,9 miliardi (+12,6%) grazie soprattutto al comparto navale.

Sono i dati emersi dal Forum delle economie, dedicato alla nautica e organizzato da UniCredit (in collaborazione con Confindustria Nautica, Prometeia e Infomest Consulting) nell’ambito di #italianEXPerience, ciclo di incontri realizzati dalla banca online, dedicati ai diversi settori industriali.

Secondo lo studio Prometeia con la pandemia la nautica ha vissuto effetti negativi che si sono manifestati “sia attraverso il crollo degli scambi mondiali (-12% nel 2020, concentrato soprattutto negli entrobordo, comparto di maggior specializzazione italiana, mentre fuoribordo e barche a vela hanno ridotto al minimo le perdite – fonte Trade Data Monitor), sia con il sostanziale blocco della mobilità internazionale, in particolare quella legata al turismo straniero” che perdura anche in questa prima parte di 2021″ dice una nota di Unicredit.

Ma c’è stato anche un altro effetto: il crescente interesse degli italiani per le vacanze in barca: i dati di Google trends nel 2020 hanno fatto registrare una crescita del 40% di questo tipo di ricerche su internet. Facendo un passo indietro, dal 2010 al 2019 il valore del fatturato della cantieristica nautica è aumentato di 2,3 volte, contro una media dell’1,3 della manifattura, facendo registrare incrementi record in tutti i comparti: +133% nella produzione di entrobordo, +105% in quella di barche a vela, +76% in quella di fuoribordo (motoscafi e gommoni a chiglia rigida). (ANSA).

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