Road to Tokyo: 2020 L’incredibile oro di Roberto Di Donna
Di Giovanni di Giorgi
Direttore editoriale della casa editrice Lab DFG
Nel 1996 le Olimpiadi moderne festeggiarono il secolo di vita.
Sicuramente De Coubertin avrebbe fatto fare ai Giochi un giusto ritorno a casa, ad Atene, ma il business economico fece ricadere la scelta del CIO su Atlanta, città della Georgia in cui risiede la Coca-Cola, tradizionale sponsor olimpico.
L’emozione che ci ha trasmesso Atlanta è tutta racchiusa nel braccio tremante del grande Muhammad Ali’ con la torcia olimpica che apre i Giochi. Il campione-icona fu invece Michael Johnson, che vinse le gare dei 200m e dei 400m –per la prima volta nella storia all’interno della stessa edizione. Ma Johnson ha anche un altro merito, aver polverizzato uno dei record più duraturi della storia dell’atletica leggera: il 19’’72 del nostro Pietro Mennea nella distanza doppia.
In Italia è una calda serata estiva di luglio quando suona per la prima volta, nell’Olimpiade del centenario, l’Inno di Mameli. Qualcuno ascolta quelle note sorseggiando una birra o una coca-cola, altri gustando un gelato. Nel ricordo rimarrà la sorpresa di una medaglia d’oro inaspettata e un nome sconosciuto entra nella memoria collettiva: Roberto Di Donna.
Olimpiadi di Atlanta, 20 luglio 1996, Finale Tiro a Segno, categoria pistola da 10 metri.
Ultimo tiro. La distanza fra il “computer cinese” Wang Yifu e l’italiano Di Donna è siderale, pari a 3,8 punti. Di Donna spara e fa 10.4, è argento matematico. Manca solo l’ultimo tiro di Wang punta la pistola… spara e fa… 6.5.
All’interno dello Shooting Centre un boato, poi il silenzio di incredulità. Roberto Di Donna è il nuovo campione olimpico, per un decimo di punto: 684.2 a 684.1.
L’azzurro nella stessa edizione delle Olimpiadi riesce a vincere anche il bronzo nella gara di pistola libera da 50 metri, mentre il “computer cinese” vincerà l’oro ad Atene 2004 forse felice come De Coubertin del ritorno a casa.
Libro consigliato:
LE SFIDE DEI CAMPIONI. Emozionanti imprese tra i grandi dello sport, di Federico Vergari, Tunué, 2019.