Cellini, Alleanza contro la povertà Lazio: superare il Covid e la crisi con un patto contro la povertà
In attesa delle stime definitive previste per giugno da parte dell’Istat, quelle preliminari offrono un quadro chiaro della incidenza che la grave crisi pandemica ha avuto sulle famiglie e sui cittadini nell’anno appena passato e, come era prevedibile, la povertà assoluta torna a crescere e tocca il valore più elevato dal 2005.
Nella regione Lazio già prima del Covid-19 il fenomeno della povertà aveva iniziato a manifestarsi anche tra i gruppi sociali che si sentivano protetti. Secondo i dati Istat nel 2019 erano 600.000 le persone che vivevano in condizione di povertà nella nostra regione e di queste 444 mila risiedevano nella capitale che dal 2014 ha registrato un aumento del 31.3%.
Le categorie dei nuovi poveri sono prevalentemente, le famiglie monoreddito, gli anziani spesso privi di una rete di protezione familiare, quella dei giovani,dato l’elevato tasso di disoccupazione, ma anche quella dei lavoratori dipendenti le cui retribuzioni lorde sono inferiori alla soglia di povertà relativa.
A queste categorie si sono aggiunte lavoratori autonomi, liberi professionisti e titolari di piccole imprese. I dati Inps del Lazio sono impietosi e se si sommano tutte le categorie che a varie titolo hanno fatto richiesta di misure di sostegno al reddito nel 2020 abbiamo circa 1.5 milioni di lavoratori dipendenti o autonomi che hanno visto ridursi anche in modo consistente il proprio reddito mensile, anche a fronte di una minoranza che ha aumentato i propri risparmi o profitti.
E ancora, 270 mila famiglie laziali hanno ricevuto buoni spesa e gli sono stati erogati 40mila circa buoni medicinali.
Quante volte ci siamo sentiti dire durante il Covid “Restate a casa” senza ricordarsi che per alcuni la casa non esiste e, come registra la Banca d’Italia, una buona parte delle persone che sostiene un mutuo o paga un affitto si trova in grave difficoltà a sostenere la spesa alimentare e a far fronte a quelle essenziali per più di un mese.
Per cui l’emergenza ha obbligato la regione Lazio ad avviare iniziative emergenziali per tamponare le criticità legate alle morosità per quelle famiglie in locazione senza protezioni sociali e che nella prima fase pandemica registravano pesanti ritardi nel pagamento dei sostegni al reddito da parte dell’Inps, solo nella città di Roma sono stati richiesti 50mila bonus affitti Covid che forse tamponano il problema ma non allontanano il blocco degli sfratti in scadenza al 30 giugno.
In questo quadro pandemico il RdC e il Rem hanno svolto una funzione importante di contenimento della povertà, anche se sarebbe più razionale un solo strumento, rilevando al tempo stesso alcune criticità applicative da superare per renderlo più equo e inclusivo e le proposte dell’Alleanza relative alle modifiche alla scala d’equivalenza per famiglie numerose, la riduzione degli anni di residenza per stranieri, innalzamento della soglia d’accesso Isee, un allentamento dei requisiti patrimoniali, applicazione dell’Isee corrente hanno ricevuto ascolto e attenzione da parte delle istituzioni nazionali.
Al tempo stesso c’è la richiesta di riconferma e finanziamento del Fondo Povertà e il rafforzamento degli interventi dei servizi sociali per la presa in carico multidimensionale dei cittadini poveri anche attraverso nuove assunzioni di personale e la stabilizzazione degli eterni precari.
Alla regione Lazio, interlocutrice attenta, solleciteremo, come Alleanza regionale, un primo bilancio di valutazione sul “Piano regionale per gli interventi e i servizi sociali di contrasto alla povertà 2018-2020” e la ripartenza con la nuova programmazione 2021-23 e, dopo la registrazione alla Corte dei Conti del decreto di riparto del Fondo Povertà per il 2020 che per il Lazio equivale a circa 54milioni, l’impegno alla velocità di spesa delle risorse per il potenziamento dei servizi territoriali.
Sarà anche l’occasione in un quadro più generale e coerente con la povertà di conoscere il nuovo programma per le politiche attive del lavoro sottoscritto recentemente con le forze sociali ed economiche della regione e affrontare il dramma della casa che solo a Roma vede 14mila famiglie in attesa da anni per un assegnazione di casa popolare e 7200 esecuzioni di sfratto in concomitanza della scadenza del 30 giugno di sblocco degli sfratti.
Anche l’osservatorio sulle politiche sociali del Lazio sarà il luogo dove far convergere tutte le competenze necessarie per una politica di programmazione e contrasto alle povertà.
Una situazione complicata dove nessuno si salva da solo, a meno che non si è ricchi.
Roberto Cellini – portavoce Alleanza contro la povertà nel Lazio