8 marzo, giornata internazionale della donna – di Alessandra Bonifazi
Oggi, giornata internazionale dei diritti della donna, ricordiamo le conquiste sociali, economiche e politiche, ma anche le discriminazioni e le violenze subite dalle donne.
Le opportunità di genere sono state riconosciute come un valore dall’Unione Europea fin dal Trattato di Roma del 1957, ed hanno ottenuto via via sempre maggior attenzione, tanto nei trattati che nelle politiche.
Tuttavia, il nostro Paese è l‘ultimo in Europa per tasso di occupazione femminile,come emerge da una ricerca Censis, con lavoratrici donne che rappresentano il 42,1% degli occupati complessivi ed un tasso di attività femminile al 56,2%, lontanissimo dall’81,2% della Svezia, prima tra i Paesi europei. Il peso delle responsabilità di cura domestiche e familiari che gravano sulle donne, nonché il forte radicamento di stereotipi, rappresentano i principali fattori che fanno posizionare l’Italia nelle posizioni inferiori delle classifiche in tema di occupazione femminile e divario di genere.
Inoltre, secondo un’indagine di Ipsos, sono le donne, ancora una volta, a subire maggiormente le conseguenze della pandemia, a livello di carico familiare. Il 60% delle donne italiane ha dovuto gestire da sola famiglia, figli e persone anziane, insieme al lavoro: un carico pesante, che ha portato 1 donna su 2 a dover abbandonare piani e progetti di lavoro a causa del Covid.
E’ evidente che siamo ancora lontani da quella rivoluzione culturale che ogni anno si auspica, e la strada verso la pari opportunità sembra ancora lunga e tortuosa. E’ così che oggi celebriamo come eroine le donne che lottano ogni giorno con tenacia e determinazione per il raggiungimento di conquiste professionali o per scelte di vita, al di là di ogni pregiudizio.
Ma la giornata di oggi non può ridursi soltanto a celebrazioni o a riflessioni sterili, occorre un’assunzione di responsabilità da parte delle Istituzioni, della politica, di noi cittadini. Non possiamo lasciare che si frappongano ostacoli al raggiungimento della pari opportunità, dobbiamo agire insieme affinché la donna non sia discriminata nel lavoro, nella società, nella vita quotidiana, ed il suo impegno al pari dell’uomo vada valorizzato nella sua interezza.
Auguri quindi alle donne, ma anche agli uomini che operano affinché si metta in moto quel cambiamento culturale, a partire dalla scuola e dalla famiglia, necessario ad eliminare i pregiudizi che spesso sono alla base della discriminazione e dell’intolleranza.
Alessandra Bonifazi, Presidente Lazio Sociale