Draghi, il gesuita Occhetta: paese lacerato, partiti siano uniti
Per un paese come l’Italia “lacerato dallo smarrimento e dalla paura” Mario Draghi è “una speranza certificata dalle sue competenze e dalla sua storia di vita” ma “anche le rocce dei giganti si possono sgretolare se i partiti non ritroveranno un’unità nazionale e faranno un passo indietro”. E’ l’analisi di padre Francesco Occhetta, gesuita, grande esperto di politica italiana.
Draghi, ex governatore della Banca d’Italia ed ex presidente della Banca centrale europea, viene ricevuto oggi al Quirinale per formare un governo di “alto profilo”, come ha spiegato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a conclusione della crisi del Governo di Giuseppe Conte. In gioventù studente al liceo Massimiliano Massimo della Compagnia di Gesù, a Roma, Draghi ha discretamente mantenuto nel corso degli anni un legame con i gesuiti.
Mario Draghi, commenta con askanews padre Occhetta, fondatore della scuola di politica “Comunità di connessioni”, “è per il Paese una speranza certificata dalle sue competenze e dalla sua storia di vita. Nei suoi recenti discorsi ha ribadito ai giovani che per ricostruire sono necessari: conoscenza umiltà e coraggio. Sono le caratteristiche che lo hanno caratterizzato in Europa come uomo politico ma non partitico”.
“Per i Gesuiti – spiega padre Occhetta – è un orgoglio averlo avuto come studente e riconoscerlo attento alla nostra tradizione che coniuga giustizia sociale e competenze”.
“Anche le rocce dei giganti però – avverte il politologo gesuita – si possono sgretolare se i partiti non ritroveranno un’unità nazionale e faranno un passo indietro. Il Paese è lacerato dallo smarrimento e dalla paura, Roma non basta più a se stessa se non ci ripensiamo come europei”.
Se molti in queste ore richiamano l’esperienza di Governo di Mario Monti, padre Occhetta traccia un parallelo con un altro politico proveniente dalla Banca d’Italia, Carlo Azeglio Ciampi, ex numero uno di Palazzo Koch chiamato dall’allora presidente Oscar Luigi Scalfaro a guidare il Governo italiano in un momento cruciale, il 1993-1994. “Come per il dopo Ciampi – è l’analisi del gesuita – sarà urgente ripensare regole e schieramenti, l’offerta che oggi c’è non rappresenta più il Paese”.
Padre Francesco Occhetta, a lungo notista politico della Civiltà cattolica, è coordinatore di Connessioni, direttore didattico dei Corsi in Dottrina sociale della Chiesa della Fondazione vaticana Centesimus annus pro Pontifice, docente alla Pontificia Università Gregoriana e alla Pontificia facoltà teologica dell’Italia Meridionale, nonchè consulente nazionale dell’Unione cattolica della stampa italiana (Ucsi).
Dalla sede della Civiltà cattolica, anche un altro gesuita esprime il suo auspicio per il successo dell’incarico a Mario Draghi. Padre GianPaolo Salvini, dal 1985 al 2011 direttore del quindicinale dei gesuiti stampato con l’imprimatur della Segreteria di Stato vaticana oggi diretto da padre Antonio Spadaro, ha 84 anni e fa vita ritirata. Amico di lunga data di Draghi, affida ad askanews il suo augurio: “Se accetta, pregherò molto perché il Cielo gliela mandi buona”.
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Ho scoperto e condiviso totalmente lo scritto di p. Francesco Occhetta dopo le dimissioni di Draghi.
E lo ho diffuso con una mia accompagnatoria che vorrei fargli avere.
Prego inviarmi indirizzo mail e nr. Cellulare.
Grazie
Cristiano Zironi
Già assessore dc di Padova
Una grande dissertazione per un grande uomo italiano. Sono stato molto attaccato e amico di GianPaolo Salvini, amante del viterbese; inizio anni 70 ho incontrato Draghi a Roma in occasione di alcuni progetti CASMEZ coordinati da Paolo Leon. Oggi, ci sarebbe urgente bisogno di loro. Amen!