Il bullismo e le favole
Dr. Fabio Battisti di “Psinsieme” Servizio di Psicologia composto dai professionisti: Dr. ssa Baggiossi Rita, Dr. ssa Mastropietro Emanuele, Dr. ssa Micoli Alessia, dr. ssa Pansera Cristina
Il pensiero che già a 4 anni si potrebbero subire episodi di bullismo è a dir poco spaventoso, quanto reale, documentato e logico.
Stiamo parlando di un’età dove la maggior parte dei sentimenti è ben definita sia nel bullo che nella sua vittima, come lo è la consapevolezza di compiere delle prevaricazioni in modalità pianificata e reiterata.
Nonostante che quello appena raccontato possa rappresentare un caso molto raro, introduce l’esigenza di riconoscere che la prevenzione al bullismo non solo deve iniziare a partire già dalla scuola primaria, ma vista la giovane età degli interessati necessita di una comunicazione contestuale che faciliti la comprensione della sfera emotiva e sappia servirsi sia di strumenti moderni che… classici.
Tra quest’ultimi “Psinsieme” prende in forte considerazione l’utilizzo delle favole e delle fiabe, la loro canonicità nell’elevazione dell’esperienza del bambino che va ben oltre la lettura e l’apprendimento ordinario.
Non a caso permettono di riconoscere in maniera semplice e diretta i sentimenti e volontà concentrandoli in un animale (la furbizia in una volpe, la laboriosità in una formica, l’innocenza nell’agnello, la ferocia nel lupo ecc.), utilizzando quindi storie ormai ancestrali narrate dell’epoca greco-romana di Esopo e di Fedro.
Già allora la storia del lupo e dell’agnello, tra le sue funzioni simboliche, metteva in guardia i più piccoli dalle retoriche con le quali il più forte cercava di legittimare il desiderio di prevalere sull’altro.
La rappresentazione della prepotenza non si ferma alla personificazione degli animali ma prosegue con un mondo “fantastico” quanto inizialmente persecutorio: le sorellastre di Cenerentola, i bambini in fuga dagli orchi, il lupo per cappuccetto rosso inquadrano il fanciullo-adolescente come un elemento a rischio soprattutto nei contesti di vita quotidiani.
Gli elementi costitutivi delle favole possono essere quindi funzionali non soltanto per la prevenzione ma anche per la riparazione dei fenomeni di bullismo.
L’azione preventiva dell’uso e la comprensione metaforica della favola potrebbe essere paragonata, vista la condizione pandemica, ad una “vaccinazione”, nella quale emozioni e sentimenti negativi vengono approcciati in condizioni sociali ed educative “protette” grazie alla presenza di psicologi, insegnanti e una collaborazione dall’ambito familiare.