COLDIRETTI, IN LIGURIA AUMENTANO I GIOVANI AGRICOLTORI E PESCATORI
Sono stabili a 992 le aziende agricole di giovani imprenditori nell’agricoltura ligure, nonostante le difficoltà del periodo. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti su dati Unioncamere che evidenzia nel 2020 un balzo a livello nazionale degli imprenditori agricoli under 35 del 14% rispetto a 5 anni fa.
Anche in Liguria, segnala dunque la Coldiretti regionale, agricoltura e pesca possono rappresentare la strada per il futuro di molti ragazzi, che scelgono il mestiere della terra o del mare spinti da un forte spirito imprenditoriale. La presenza dei giovani ha di fatto rivoluzionato il lavoro agricolo dove, a livello nazionale, sette imprese under 35 su dieci operano in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, fino alle fattorie didattiche, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale, l’agribenessere e la cura del paesaggio. Per il settore della pesca i giovani hanno una più spiccata propensione alla diversificazione dell’attività tradizionale, tramite soprattutto attività di ittiturismo e pesca turismo.
“La rinnovata attrattività della campagna per i giovani – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – si riflette nella convinzione comune che l’agricoltura sia diventato un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo. Anche il nostro settore ittico ha le stesse potenzialità, ma purtroppo le barriere d’entrata, la mancanza di fondi destinati all’acquisto di imbarcazioni, e l’eccessiva burocrazia, di fatto, disincentivano i giovani ad entrare in questo mondo, pilastro fondamentale dell’economia regionale”.
“Occorre sostenere il sogno imprenditoriale delle nuove generazioni che vogliono investire il proprio futuro nelle campagne e in mare, mantenendo oltretutto vive tradizioni antiche – aggiungono -. Per questo in primis è necessario, per entrambi i settori, ridurre il peso della burocrazia che di fatto impedisce anche il pieno utilizzo delle risorse comunitarie, ed agevolare il più possibile il ricambio generazionale”. (ANSA).