IN MORTE DI DIEGO ARMANDO MARADONA
Oggi il mondo celebra la perdita reale, il decesso, fisico, di quello che è da tanti considerato il più grande calciatore di tutti i tempi.
Grande campione, un asso, non c’è che dire al proposito.
Ma quello che resta è che Maradona è stato, e resterà, una immensa stella della cultura popolare, un’icona pop al pari di grandi stelle che hanno inciso profondamente la storia dell’ umanità determinandone il corso.
In senso positivo, almeno secondo me.
Non è stato l’unico sportivo che ha impresso un segno così indelebile e lo voglio accumunare a due stelle che brillano ancora splendenti e che hanno rappresentato tanto per le minoranze e per i reietti del mondo :il calciatore irlandese George Best e il pugile americano Muhammad Alì .
Ebbene cosa accumuna questi tre personaggi, tanto diversi tra loro?
Il semplice fatto di aver incarnato in vita e anche dopo, la ribellione degli oppressi, dei dimenticati, dei figli di serie c della società mondiale.
Di quelli che non c’è l’hanno fatta e di quelli che non ce la possono fare perché non partono dalla stessa linea di fondo.
Di tutti coloro che non hanno le stesse opportunità, quando di opportunità non ne hanno proprio.
Loro tre ci hanno messo la faccia, come si usa dire, rischiando in prima persona e pagando caro perché la società non ama mettere a nudo le sue ferite.
La differenza sta nel fatto che erano sorretti da una classe immensa e da un’istinto straordinario che li ha portati a vincere, vincere, vincere senza che l’impulso a distruggere la propria vita potesse intaccarne il
talento assoluto.
Nessuno ha fatto per la causa dei neri nel mondo quanto Cassius Clay, o Mhuammad Alì come lo si voglia chiamare. Non in sede di diritto civile ma nell’animo, nel dare a tutti loro un riscatto nel quotidiano, giorno dopo giorno.
Nessuno ha fatto quanto Best per il popolo irlandese, per gli ultimi di quella popolazione in quel tempo in guerra civile, per riscattare l’esistenza di chi non sa per cosa è nato, per mettere un semplice segno positivo della propria esistenza nella vita.
E nessuno ha fatto quanto Maradona per l’orgoglio degli ultimi del mondo, per farli sentire onorati della loro presenza nelle periferie dimenticate e luride del pianeta.
Le periferie della società, non solo quelle urbane dove spesso questo isolamento si materializza.
Quindi onore a Maradona, sportivo di lusso e uomo che non ha scritto testamenti ne opere morali ma che con la sua travagliata vita ha reso testimonianza di quello che è sotto gli occhi di tutti noi e che teniamo ben
a distanza dal nostro quieto vivere.
Ci ha ricordato per sempre, anche lui, che non si gira la testa dall’altra parte e che solo i vili lo fanno.
Agostino Mastrogiacomo
Acli provinciali di Latina