In tempo di Coronavirus il brand di produttori storici diventa sempre più importante nella carta dei vini

In tempo di Coronavirus il brand di produttori storici diventa sempre più importante nella carta dei vini, rimanendo uno dei principali criteri di scelta da parte dell’84% dei ristoratori. E questo prima ancora dei premi sulle guide (63%) o della denominazione nota/famosa (52%). E’ quanto emerge da una ricerca di Nomisma Wine Monitor per I Grandi Marchi su 124 ristoranti, i cui risultati definitivi saranno presentati tra fine anno e inizio 2021.

“Il brand gioca un ruolo importante perché è un indice di affidabilità in un momento di grande incertezza”, afferma il presidente dell’Istituto, Piero Mastroberardino, “al quale è spesso associato un più elevato tasso di rotazione che riduce il rischio di ritrovarsi un invenduto in cantina del ristorante”.

Una prima anticipazione della ricerca effettuata prima dell’ultima stretta anti-Covid imposta dal Governo, mette in evidenza come il coronavirus avesse “piegato ma non spezzato” la ristorazione, con circa un terzo degli intervistati che prevedeva un forte recupero delle vendite di vino superiore ai valori del 2019, contro un 50% che stimava un analogo livello.

Il lockdown ha comunque lasciato il segno, visto che solamente il 23% dei ristoranti ha potuto riaprire prima dell’estate mantenendo la stessa capacità operativa. Il 28% dei ristoratori ha dichiarato di aver ridotto il numero dei fornitori abituali (contro un 61% di chi li ha mantenuti costanti); e se nel 2019 il 68% dei ristoranti effettuava gli acquisti di vino mediamente ogni settimana/mese, con la pandemia questa percentuale era scesa al 55%. “Tra i principali cambiamenti indotti dal coronavirus figura la digitalizzazione soprattutto in ambito promozionale e gestionale”, fa sapere il responsabile Nomisma Wine Monitor, “lo dichiara un ristoratore su quattro, accanto ad una gestione più efficiente degli spazi”.

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