Dl Semplificazioni: Decaro, era meglio il ‘modello Genova’
(AGI) – Roma, 8 lug. – “E’ saltato nel decreto Semplificazioni
il ‘modello Genova’ con i poteri di commissario affidati al
sindaco o a un funzionario del Comune. Noi sindaci chiediamo
modifiche. E ci inquieta quel ‘salvo intese'”. Antonio Decaro,
presidente dell’Anci, l’associazione dei comuni italiani e
sindaco di Bari, non e’ soddisfatto dei risultati offerti dal
decreto Semplificazioni e lo critica in un’intervista a
Repubblica. Decaro ammette che “ci sono piu’ luci che ombre.
Noi non abbiamo mai chiesto di abolire l’abuso d’ufficio,
perche’ chi sbaglia deve pagare. Ma e’ giusto avere delimitato
i confini dell’abuso d’ufficio. Sono in piedi oggi 100 mila
procedure per abuso d’ufficio e solo il 2% finiscono in una
condanna. Per non incappare in indagini, nella Pubblica
amministrazione si evitava di firmare gli atti”. Quel che non
va sono “gli affidamenti diretti degli appalti per opere fino a
150 mila euro (noi avevamo chiesto fino a 100 mila) e le
procedure negoziate fino a 5 milioni (chiesto da noi fino a 2
milioni)”. Quindi “le decisioni sono andate al di la’ delle
nostre aspettative”. Vanno “bene” anche le semplificazioni
delle autorizzazioni, “per cui sono state accolte le nostre
richieste sul silenzio/assenso, sui termini perentori della
conferenza dei servizi, sulla riduzione dei tempi per esprimere
un parere”.
Ma Decaro esprime alcune perplessita’: sui contenziosi “non
ci siamo, deve valere la regola: facciamo andare avanti i
lavori”. Ovvero, secondo il presidente Anci, in presenza di un
contenzioso “non si puo’ bloccare tutto” e “se poi la ditta che
lo ha avviato vince davanti al Tar e al Consiglio di Stato, gli
enti locali pagheranno una parte del mancato utile a quella
ditta”. Invece, a suo avviso, questa possibilita’ “e’ prevista
solo per le grandi opere nazionali”. E conclude: “Cosi’ si
fermano proprio gli appalti dei Comuni, che pero’ rappresentano
il 25% delle opere pubbliche”.