Non lasciamoli soli.
Come accade ogni giorno in pochi si accorgono di una immensa tragedia che si stà consumando nelle case d’europa, in particolare quelle italiane, in questi mesi di coronavirus.
Mi riferisco a quelle famiglie, spesso composte da due o tre componenti , dove una di queste persone è un disabile mentale.
Non hanno più la possibilità di staccare la propria esistenza dalla difficoltà di potere gestire un’emergenza , che vivono con dignità ogni giorno da sempre, come questa che richiede la piena collaborazione di ognuno.
Non si può chiedere a chi non è in grado di capirlo di collaborare al distanziamento, di non uscire, di non andare al centro dove ci sono gli amici, i tuoi riferimenti, la tua unica vita.
Non so immaginare nulla di più doloroso eppure questo dolore ,che spesso sconfina in un dramma come è umano pensare, non ha voce.
L’hanno, come è giusto, tutti gli altri che stanno subendo questa lunghissima costrizione con ricadute dagli effetti presenti e futuri purtroppo prevedibili: sarà povertà diffusa.
Ma ci saranno nuove opportunità, ricresceremo, vedremo più luce per i nostri figlioli, saremo tutti più uniti e più solidali.
Cercheremo nell’unione la nostra individualità e dovremo, per forza di cose, dare valore a cose più significative che al denaro.
E una di queste è il senso di pietà verso chi sta male, male davvero, e non perché non può andare a mare o non può andare alla seconda casa nel fine settimana.
E tra queste persone ci sono in primis le famiglie con disabili mentali ,che non sanno capire che è un virus che ci tiene in casa e non mamma e papà che sono diventati cattivi.
Questa condizione genera uno stress che non può essere sopportato troppo a lungo perché la luce in fondo al tunnel rischia di avere un solo colore, un colore macabro.
Ci auguriamo tutti che la cosa finisca presto ma è opportuno, urgente, ora che il governo ha fatto la sua manovra generale, pensare di attivare percorsi particolari per queste famiglie.
Subito.
Agostino Mastrogiacomo.
Presidente Acli Terra Latina