Coldiretti: S.O.S. raccolti, piu’ cinghiali che lavoratori
(AGI) – Roma, 19 apr. – “Nelle campagne mancano lavoratori stagionali per i raccolti che sono facile preda di oltre 2
milioni di cinghiali oltre agli altri selvatici che si moltiplicano senza freni scorrazzando liberamente nei terreni coltivati con gravi danni a semine, foraggi, frutta, ortaggi,
vigneti e minacciando gli animali della fattoria”.
E’ l’allarme della Coldiretti sulla “necessita’ di difendere le forniture alimentari del Paese diventate piu’ preziose in questo momento ma anche la sicurezza e la salute dei cittadini”.
Secondo l’organizzazione degli agricoltori mancano almeno 200mila lavoratori stagionali stranieri bloccati alle frontiere
per la pandemia del coronavirus. Per questo e’ urgente “una radicale semplificazione del voucher ‘agricolo’che “possa consentire da parte di cassaintegrati, studenti e pensionati
italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne”.
“In pericolo – ricorda Coldiretti – non ci sono solo le produzioni agricole necessarie per soddisfare la domanda alimentare dei cittadini ma anche la sicurezza delle persone che in alcuni territori sono assediate dai selvatici fin sull’uscio di casa, senza dimenticare gli incidenti stradali ed i pericoli per i mezzi di soccorso”.
“Si stimano danni per oltre 200 milioni di euro ai raccolti con effetti anche sulla stabilita’ dei prezzi ma a preoccupare – ricorda la Coldiretti – sono anche i rischi per la salute provocati dalla diffusione di malattie come la peste suina. Un pericolo denunciato recentemente dalla stessa virologa Ilaria Capua che ha parlato del rischio effetto domino se oltre al coronavirus la peste suina passasse in Italia dagli animali selvatici a quelli allevati”.
“La proliferazione senza freni dei cinghiali – aggiunge la Coldiretti – sta mettendo anche a rischio l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche in aree di
elevato pregio naturalistico”.
“L’assalto degli animali selvatici – continua la Coldiretti – aggrava la situazione di difficolta’ nelle campagne dove mancano almeno 200mila lavoratori stagionali per la chiusura delle frontiere agli stranieri che
ogni anno arrivavano dall’estero garantendo un quarto delle giornate lavorative nei campi, per poi tornare nel proprio
Paese. Sul piano nazionale e’ necessaria subito una radicale semplificazione del voucher ‘agricolo’ che possa consentire da
parte di cassaintegrati, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui
scuole, universita’ attivita’ economiche ed aziende sono chiuse e molti lavoratori in cassa integrazione potrebbero trovare una
occasione di integrazione del reddito proprio nelle attivita’ di raccolta nelle campagne” afferma la Coldiretti nel precisare che “l’Italia non ha bisogno di posizioni ideologiche o di scorciatoie, ma di scelte pragmatiche per il bene del Paese,
come quelle che riguardano l’agricoltura e la produzione alimentare”.
Secondo l’analisi della Coldiretti quasi 1/3 dei lavoratori stagionali agricoli che veniva in Italia temporaneamente lavorava in sole 6 province e quelle che registrano i valori
assoluti piu’ elevati sono Bolzano (6%), Verona (5%), Foggia (5%), Latina (4%), Trento (4%) e Cuneo (4%) dove i voucher rappresentano l’unico realistico strumento per intervenire concretamente.
Per combattere le difficolta’ occupazionali, garantire le forniture alimentari e stabilizzare i prezzi con lo svolgimento
regolare delle campagne di raccolta in agricoltura la Coldiretti ha varato la banca dati “Jobincountry” autorizzata
dal Ministero del Lavoro.
Sono giunte in pochi giorni migliaia di richieste di cittadini italiani in difficolta’ e tra questi per le difficolta’ dell’industria, del turismo e di ampi settori del commercio e tra questi molti beneficiano di un
ammortizzatore sociale che perderebbero se fossero assunti nei campi. “E per questo che -conclude la Coldiretti – servono in
voucher limitatamente a certe categorie e solo strettamente per il periodo di emergenza del coronavirus al termine del quale e’ auspicabile la ripresa del mercato del lavoro”.