Mamma Roma e i suoi figli migliori: quando il digitale si fa sociale
Ecco una nuova intervista a una delle associazioni che stanno partecipando al premio ROMA Best Practices Awards 2017, “Mamma Roma e i suoi figli migliori”, ideato da Paolo Masini, consigliere del ministro dei beni culturali ed ex assessore allo sport e alle periferie di Roma Capitale. Un ulteriore modo per conoscere tante buone pratiche del Lazio e della Capitale e per immergersi nella realtà di un concorso che ha come obiettivo principale quello di diffondere ottimismo.
E’ la volta di Cuore Digitale della quale abbiamo parlato con il presidente Gianluca Ricci
Di cosa si occupa e quali sono gli obiettivi dell’Associazione Cuore Digitale?
Cuore Digitale è un’associazione non profit che promuove la cultura digitale per il sociale: dove ci sono storie di vita stimolate o migliorate dall’innovazione tecnologica, c’è sempre qualcuno che ci ha messo un po’ di “cuore” e a noi piace pensare che con il supporto del digitale si possano davvero favorire l’inclusione e la piena cittadinanza di tutti.
Per questo l’associazione è animata da diversi obiettivi, non solo divulgare la cultura digitale – motore attivo della medicina, del sociale, dell’economia, della politica, del lavoro – ma anche stimolare la creatività di giovani appassionati di tecnologia per creare prototipi che possano migliorare la qualità della vita.
L’Associazione Cuore Digitale parteciperà a “ROMA Best Practices Awards 2017, Mamma Roma e i suoi figli migliori”, cosa rappresenta per voi questo premio?
Fiore all’occhiello della nostra associazione è il Premio Cuore Digitale, un appuntamento annuale che vede “sfidarsi” a colpi di creatività sviluppatori, startup, makers e studenti. È un riconoscimento o, potremmo dire, un incoraggiamento a fare delle proprie idee qualcosa di utile per la collettività. Quindi per noi partecipare a un premio, in questo caso al “ROMA Best Practises Awards 2017”, significa mettersi in gioco insieme ad altre realtà associative che ogni giorno lavorano nel proprio territorio, spesso con pochi mezzi a disposizione e soprattutto lontano dai media.
E poi, non lo nascondiamo, ricevere un premio nella nostra terra da “Mamma Roma” sarebbe motivo di orgoglio e un incentivo a fare sempre meglio.
Quale vostro progetto o iniziativa volete porre all’attenzione della giuria del premio?
Il nostro progetto è quello di realizzare un “hub sociale”, cioè uno spazio in cui appassionati di tecnologia, sviluppatori e ricercatori possano mettere a frutto le proprie competenze e costruire prototipi al servizio dei cittadini, in particolar modo dei disabili e fare in modo che tale hub diventi solido punto di riferimento per la politica, terzo settore, aziende e talenti.
Un coworking dove, attraverso una “banca del tempo”, le stesse persone che realizzano i prodotti innovativi diventano tutor di altri ragazzi che desiderano avvicinarsi a questo affascinante mondo.
Per l’Associazione Cuore Digitale cosa si dovrebbe fare per dare risalto e valore al mondo dell’Associazionismo?
Non dire solo parole, realizzare fatti. Non fermarsi a parlare di assistenzialismo ma lavorare affinchè lo Stato garantisca a tutti pari opportunità nello studio, nel lavoro, ovunque. In una società democratica e avanzata come la nostra sentire qualcuno dire “io questo non lo posso fare” non è accettabile.
In tal senso incrementare il dialogo tra politica e terzo settore potrebbe essere un passo importante. Siamo reduci da una forte esperienza vissuta durante il convegno a Montecitorio dal titolo “La disabilità non si ferma. Verso una piena cittadinanza”, in cui diverse realtà a livello nazionale si sono confrontate; quello che auspichiamo è che l’attenzione e la sensibilità verso questi temi rimangano alte anche quando i riflettori si spengono.
Una parola che rappresenti il lavoro che voi fate sul territorio e che volete venisse evidenziato dal Premio
Relazione. Non c’è creazione di valore senza relazione. Come dice un proverbio africano “da soli si corre più veloce ma insieme si va più lontano”.
Spesso negli ultimi anni parlare di Roma Capitale ha significato parlare di problemi, di opportunità non sfruttate, di dilagante senso della precarietà. Noi vogliamo mostrare l’altro lato: una città vivace, ricca ditalenti e di persone che operano volontariamente e che rappresentano il vero senso civico.