L’intervista. Ali e radici, la nuova onlus di presenta alla città
Dare speranza alle nuove generazioni, ai più piccoli, offrendo loro un terreno fertile ma allo stesso tempo prendersi cura anche dei “grandi”, punti di riferimento e modelli di tanti bambini e adolescenti, attraverso progetti che mirano a promuovere il benessere psicologico e a prevenire il disagio sociale. E’ un fine nobile e che andrà canalizzato in progetti concreti, quello che si è preposta la neonata associazione pontina “Ali e Radici Onlus” che, appena costituita, si presenterà al pubblico il 2 aprile prossimo con un convegno in occasione della giornata sull’autismo. Abbiamo deciso di conoscere un po’ meglio questa nuova realtà che si dice pronta a collaborare con le altre onlus che operano nel settore medico e assistenziale, intervistando il presidente Giovanni Alberto Lantieri e la socia fondatrice Fabiana Lepore, psicologa dell’età evolutiva.
Presidente, prima di tutto ci descriva la mission dell’associazione e da chi è composta
Per ora c’è soltanto l’intelaiatura, composta da me, Fabiana Lepore, Alessio Madonna, entrambi psicologi, e Roberto Malandruccolo che avrà il ruolo di tesoriere. Il desiderio è quello di avvicinare, già a partire da domenica, professionisti e non volenterosi di aiutare il prossimo. È nostro ideale dare il contributo alle realtà vicine e lontane che colpiscono i soggetti più fragili, soprattutto i bambini, minacciando la speranza del futuro. Attraverso i nostri progetti e le nostre iniziative intendiamo sostenere le comunità e le associazioni che da vicino offrono un aiuto concreto ad individui bisognosi di un sostegno.
Quando è nata l’associazione e perché?
Nasce ascoltando il cuore di una madre, Asnif Devrusciàn, una donna armena, tenace, che, forte delle radici del suo popolo – che ha provato il dolore, la sofferenza, ma che allo stesso tempo ha reagito – ha fatto sì che nel suo cuore si facesse sempre più forte il senso di protezione e di attenzione verso tutti i bambini e i giovani bisognosi di aiuto. Con due carissimi amici, Alessio e Fabiana, coppia di sposi e genitori nonché psicologi dell’età evolutiva, ci siamo messi in “ascolto” di questo cuore, e guardandoci negli occhi ci siamo posti una domanda: “Perché non concretizziamo questo ideale, la cura verso i giovani, piccoli o grandi che siano, uomini e donne del domani?”. E così, dal cuore siamo passati all’azione, decidendo di iniziare questo “cammino”.
Fabiana Lepore, il 2 aprile prossimo ci sarà la prima uscita pubblica, si parlerà di autismo, il programma del convegno?
Iniziamo dall’obiettivo, che è quello di sensibilizzare su una tematica ancora poco dibattuta, che spesso viene sottaciuta dalle stesse famiglie che invece possono già trovare, nell’attuale assetto normativo, diversi appigli. Il titolo è esemplificativo, conoscere e prendersi cura. Relazionerà una professionista affermata, la professoressa Antonella Cerquiglini ricercatore confermato di neuropsichiatria infantile presso il dipartimento di sciente e biotecnologie medico chirurgiche de La Sapienza, a cui seguirà l’intervento di Giuseppina Netto, referente coordinatrice dello sportello autismo del centro territoriale di supporto per le nuove tecnologie e la disabilità di Latina. E’ importante diffondere il ruolo e la funzione di questo sportello anche nella realtà scolastica territoriale
Il nome dell’associazione è particolare. Sembra quasi un antitesi, perché è stato scelto?
Recita un proverbio indiano: “I genitori danno due cose ai figli: le radici e le ali”, ecco da dove nasce e prende spunto il nome dell’associazione “Ali e radici onlus”. Tendiamo a vederlo più come un completamento che come un’antitesi. Un essere umano ha bisogno sia di certezze, che gli devono essere garantite dalla società e dalla famiglia e però nello stesso tempo, nell’età evolutiva, ha necessità di evolvere anche in modo diverso rispetto a quello che ci si potrebbe aspettare. La migliore cura, forse l’unica, per un’anima che soffre si basa su relazioni umane sane. Un adulto sereno è in grado di offrire a chi verrà dopo di lui “le ali e le radici”. Il cammino è lungo, ne siamo consapevoli ma sappiamo che possiamo contare sull’aiuto di tante persone che condivideranno con noi questo progetto. Li ringraziamo fin da ora, perché il loro aiuto e il loro sostegno saranno la nostra forza.
Ci sono diverse realtà onlus che operano nel campo medico o comunque sanitario, seppur da diverse angolature. Secondo lei è indice di ricchezza e di rinnovato interesse per il volontariato o si rischia la frammentazione? Nel caso la vostra intenzione è quella di fare rete?
Assolutamente si tratta di una ricchezza che va alimentata. La priorità è fare rete il più possibile. Noi abbiamo già iniziato a prendere contatti con le altre realtà mettendoci a disposizione con quelle che sono le nostre energie e pronti ad accettare confronti e consigli. Dobbiamo collaborare per il bene di chi ha bisogno.