Nidi – Vettigli: «Le coop creano lavoro stabile»
«Il nostro scopo è quello di tutelare la libertà di scelta da parte delle famiglie e il lavoro, stabile e non sottopagato come si lascia intendere, delle educatrici dei nidi convenzionati». Cosi si esprime Anna Vettigli (nella foto), responsabile Cooperative Sociali di Legacoop Lazio commentando il comunicato congiunto di Confcooperative e Lega diffuso in replica alla nota della Usb Roma di qualche giorno fa inerente il prossimo bando comunale degli asili nido.
Questa nota, in sostanza, chiedeva all’amministrazione capitolina di compiere una decisa virata verso l’internalizzazione dei servizi e del lavoro riducendo drasticamente lo spazio concesso ai nidi convenzionati.
«Si sta tentando di far passare un messaggio sbagliato – continua Vettigli – nel contenuto e nella forma che rischia di mettere in seria difficoltà un lavoro, quello delle cooperative sociali, che ha prodotto nel corso degli anni un patrimonio prezioso di competenze a tutto beneficio delle famiglie e dei più piccoli. La nota, inoltre, non tiene minimamente conto della specificità del lavoro cooperativo che tutto è tranne che mosso dal ‘dio profitto’ come qualcuno sta lasciando intendere. Le educatrici dei nostri nidi sono spesso anche socie delle cooperative e sono direttamente coinvolte, quindi, in un percorso di crescita professionale che fa proprio del lavoro e non del mero profitto il proprio cardine. un lavoro di grande qualità, frutto di tanta formazione e studio, capace di generare un’offerta educativa che ci auspichiamo resti nella possibilità di scelta delle famiglie romane. E’, quello delle nostre cooperative – conclude Vettigli – un lavoro stabile e rispettoso dei contratti collettivi che rischia di essere compromesso a vantaggio di soluzioni che conducono direttamente a nuove forme di precariato».
Comunicato congiunto Legacoop Lazio e Confcooperative Roma Capitale
E’ del 17 marzo scorso il comunicato USB Roma che interviene nel dibattito sul nuovo bando di iscrizione ai nidi comunali per l’anno 2017-2018.
L’USB entra nel merito della questione, invitando il Comune di Roma a prevedere l’obbligatorietà di scelta dei nidi comunali da parte delle famiglie per non “alimentare i soggetti privati che in nome del “dio” profitto mettono da parte i diritti delle operatrici dei nidi convenzionati che si trovano a lavorare con scarsi diritti e stipendi da fame”.
I nidi convenzionati a gestione privata, che fanno parte del sistema integrato, sono più di 200 e occupano più di 2000 operatori, in prevalenza donne. Grazie anche a queste realtà, in parte gestite da cooperative sociali, il sistema romano dei servizi educativi 0-3 anni è un’eccellenza a livello nazionale.
Lascia sconcertati come l’USB, che dovrebbe occuparsi della tutela dei lavoratori, possa chiedere formalmente al Comune di Roma di mettere a repentaglio il lavoro di centinaia di operatrici attive e regolarmente impiegate presso i nidi convenzionati.
Anzi no, perché l’USB trova una via d’uscita visto che “si aprirebbero spazi di internalizzazione del personale oggi occupato presso i nidi convenzionati grazie anche alla prossima uscita dei nuovi bandi per le supplenze”. In sostanza, via il lavoro stabile assicurato dai nidi convenzionati e largo al precariato delle supplenze.
Senza contare che le operatrici, in qualità di socie delle stesse cooperative, rappresentano quei soggetti privati che, per l’USB, opererebbero col solo scopo del profitto. L’USB dovrebbe sapere che le cooperative sociali sono imprese in cui il profitto rappresenta un bene comune, che si reinveste anche e soprattutto per garantire la continuità lavorativa, e che contrappongono al dilagante individualismo la produzione di valore sociale.
Valore sociale che, in questo caso, va a vantaggio di centinaia di bambini e famiglie, che verrebbero di punto in bianco vincolati nella scelta di un servizio basilare. Scelta che non può essere limitata perché prende in considerazione tanti aspetti, fra cui la posizione, il metodo pedagogico, l’organizzazione degli spazi e, forse la più importante, il rapporto di fiducia basato sul valore della relazione.
Si legge sempre nel comunicato che l’Assessora Baldassarre sarebbe tornata sui suoi passi perché, la proposta di dare alle famiglie 6 opzioni di scelta tra cui 5 prioritarie verso i nidi comunali, “ha scatenato il malcontento fra le centrali cooperative”. Sicuramente conveniamo con l’USB su questo ultimo punto.
Ci perdonerà l’Unione Sindacale di Base se, almeno noi, abbiamo a cuore il lavoro dei nostri cooperatori e la libertà di scelta di centinaia di genitori.
Comunicato USB – venerdì, 17 marzo 2017
“Come ogni anno la Giunta è chiamata a deliberare sul nuovo bando di iscrizione ai nidi comunali per l’anno educativo 2017-2018. Nelle settimane scorse l’Assessora Baldassare aveva dichiarato un cambio di rotta rispetto alle precedenti amministrazioni, stabilendo che il nuovo bando avrebbe contenuto il presupposto di valorizzazione e ottimizzazione del servizio pubblico, dando alle famiglie 6 opzioni di scelta tra cui 5 nidi comunali ed uno convenzionato, mantenendo l’ordine di scelta obbligatoriamente partendo dai nidi comunali.
Questo presupposto determinerebbe la garanzia che l’amministrazione capitolina è intenzionata a mantenere gli impegni assunti nella campagna elettorale, dove la nostra Sindaca si era eretta a difesa e a rilancio delle scuole e dei servizi educativi pubblici e di qualità.
Ciò ha scatenato il malcontento fra le centrali cooperative e voci di corridoio affermano che, dopo le proteste dei giorni scorsi, qualcuno ci stia ripensando e voglia continuare ad alimentare i soggetti privati che in nome del “dio” profitto mettono da parte i diritti delle operatrici dei nidi convenzionati che si trovano a lavorare con scarsi diritti e stipendi da fame.
L’obbligatorietà di scelta dei nidi comunali, a parità di costi per l’amministrazione garantirebbe un’offerta educativa di maggior livello rispetto al privato e darebbe la possibilità di stabilizzare quelle centinaia di precarie che da anni garantisco l’esistenza stessa dei nidi capitolini.
In più, si aprirebbero spazi di internalizzazione del personale oggi occupato presso i nidi convenzionati grazie anche alla prossima uscita dei nuovi bandi per le supplenze.
La Raggi mostri coraggio e non si faccia intimidire alle pressioni del privato che altro interesse non ha se non quello del profitto.
La giunta non retroceda di un millimetro sui bandi per le iscrizione ai nidi, mantenga le promesse fatte qualche mese fa, investa nei nidi e scuole pubbliche e di qualità perché altrimenti a perdere non saranno solo le migliaia precarie comunali ma tutti i cittadini romani.” – dichiarazione di Guido Lutrario