Sanità. Tra libertà personale e tutela della salute pubblica: Stato regolatore indispensabile
On. Simona Loizzo e professor Fabio Beatrice: informazione corretta e prevenzione per i cittadini sugli stili di vita errati
Quale relazione tra libertà personale e tutela della salute pubblica. Questo il focus e una conversazione – dibattito a più voci che si è svolta in questi giorni alla sala stampa della Camera dei deputati, organizzata dall’Intergruppo parlamentare sugli stili di vita e riduzione del rischio, presieduto dalla deputata e medico odontoiatra, Simona Loizzo.
Una riflessione da legare all’inedito approccio alla sanità di alcuni cittadini avvenuto negli ultimi anni. Infatti, i consigli, gli indirizzi medico-sanitari e le prescrizioni talvolta non sono affatto seguiti da diversi pazienti, che erroneamente ritengono tutto ciò come gravi limitazioni della libertà individuale e di cura, sommariamente intese come obblighi non accettabili imposti alla persona.
E’ la manifestazione di un malinteso individualismo che scambia per imposizioni autoritative dall’alto, dalle istituzioni preposte o dai presìdi ospedalieri, specialisti del ramo o dal proprio medico, le indicazioni e gli stili di vita, in effetti, più corretti per la salute e il benessere.
In tal modo, alcuni cittadini, oramai influenzati nefastamente dai social media, si inducono a seguire consigli e persino terapie errate e dannose, non essendo corroborate né da medici e specialisti curanti, né da solide indicazioni scientifiche.
Si pensi alla condotta umana e agli stili di vita, in particolare relativamente alla questione dell’alcool, del tabagismo, delle sostanze stupefacenti e psicotrope o, da ultimo, delle prescrizioni vaccinali.
Si tratta di una questione sempre più al centro del dibattito pubblico, soprattutto da legare ad una informazione corretta, scientificamente approvata e capillare.
Proprio per approfondire questo aspetto hanno dibattuto durante l’evento a Montecitorio, oltre la presidente Loizzo, il professor Fabio Beatrice, primario emerito, nonché direttore scientifico dell’Osservatorio Mohre (il Mediterranean Observatory on Harm Reduction) assieme al deputato Matteo Rosso, medico odontoiatra e componente della Commissione Affari sociali e al costituzionalista dell’Università di Roma La Sapienza, Andrea Longo, sollecitati da Johann Rossi Mason, giornalista e direttore dell’Osservatorio Mohre.
Alla deputata Simona Loizzo abbiamo posto la questione della corretta relazione singolo-collettività sulla dimensione sanitaria e ci ha sottolineato con nettezza: «Nel rapporto tra tutela della libertà individuale e tutela della salute pubblica, lo Stato deve assolutamente tutelare la salute dei cittadini. Certamente, ognuno è libero di utilizzare quel che crede, dall’alcool al fumo o adottare un’alimentazione non corretta, ma l’autorità pubblica deve promuovere in tutti i sensi le campagne di prevenzione e sensibilizzazione sul rischio connesso a questo utilizzo e agli stili comportamentali sbagliati, anche in termini sanzionatori».
La presidente Loizzo ha aggiunto: «Se una persona in preda all’alcol si mette alla guida e investe ed uccide qualcuno, si tratta di un omicidio stradale. Quindi è inevitabile che lo Stato adotti quindi un comportamento sanzionatorio. E’ perciò ovvio che lo Stato stabilisce quindi il più corretto equilibrio tra libertà e gli eventuali abusi di questa che comportano un rischio per gli altri, per tutta la collettività». Anche per quanto riguarda la ludopatia, Loizzo, da consigliera regionale in Calabria, si era impegnata sulla corretta distanza delle sale gioco dalle scuole: “Sì, perché se queste sono troppo vicine, un bambino o un ragazzo è inevitabilmente tentato anche di spendere un euro, rischiando poi di cadere nella trappola della dipendenza».
E da parte sua, da noi interrogato sulla migliore comprensione della correttezza della tipologia di vita e salutistica in chiave informativa, il professor Fabio Beatrice ha inteso indicare: «Come medico oncologo chirurgo oltre che come cittadino reputo indispensabile, naturalmente, la massima informazione per tutelare la popolazione, prestando particolare attenzione all’età pediatrica. Bisogna “impattare” sui comportamenti a rischio, in particolare quella percentuale debole di popolazione che riguarda un 20% di persone che in Italia è in balia di dipendenze, quali tabagismo, uso smodato di alcolici eccetera, che poi però si ammala e rappresenta un costo di cura per tutti. La questione dell’informazione sulla salute è un vero investimento culturale».
Beatrice ancora rileva: «Come dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità, prima ancora della prevenzione – quali colonscopie di massa o Tac spirali, che sono dei costi per il sistema sanitario – , bisogna concentrarsi sulla promozione della salute, sugli stili di vita sani, dal respirare aria pulita e non tabacco o bevande alcoliche nel giusto limite e governare lo stress e l’eccesso di lavoro o le proprie fragilità». E ha concluso, in merito alla necessaria informazione: «Sul campo comunicativo bisogna poi ben distinguere la tutela della popolazione sana dagli aiuti a coloro che si ammalano e ci costano dei soldi, quindi bisogna insistere a comunicare in maniera corretta».
(RoPag/Roberto Pagano)