GAZA, ACTIONAID: BENE RISOLUZIONE ONU, ORA CESSATE-IL-FUOCO PERMANENTE
Per l’organizzazione umanitaria indipendente, presente in 71 paesi del mondo, che agisce contro la povertà e l’ingiustizia, “solo un cessate il fuoco permanente garantirà che gli aiuti umanitari possano entrare a Gaza e scongiurare ulteriori morti per fame e malattie”.
In relazione al voto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ActionAid ha diffuso una nota dichiarando: “Siamo sollevati nel vedere il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite prendere finalmente una posizione a favore dell’umanità e usare la sua voce per chiedere collettivamente un cessate il fuoco disperatamente necessario a Gaza. Ogni singolo giorno che passa vede un numero maggiore di bambini morire per malnutrizione mentre la carestia diventa sempre più reale”.
ActionAid aggiunge poi: “La risoluzione ha chiesto un cessate il fuoco immediato per il mese di Ramadan e, anche se questo offrirebbe un po’ di sollievo alla popolazione assediata di Gaza, due settimane di calma prima che le bombe ricomincino a cadere non daranno il tempo sufficiente per far arrivare gli aiuti vitali a tutti coloro che ne hanno bisogno. Solo un cessate il fuoco permanente garantirà che gli aiuti umanitari possano entrare a Gaza e scongiurare ulteriori morti per fame e malattie. I membri del Consiglio di Sicurezza riconoscono che l’orrore a Gaza deve finire, ma le parole non sono sufficienti: devono essere seguite da azioni urgenti. Devono ora essere prese tutte le misure necessarie per garantire l’attuazione immediata di un cessate il fuoco permanente” e per “consentire la distribuzione su larga scala di aiuti salvavita”.
Gia ActionAid ricordava, nei giorni scorsi che a Rafah, dove si prede un attacco militare delle forze armate israeliane, che nell’area vivono 1,4 milioni di persone, 5 volte la popolazione usuale della zona con rifugi sovraffollati e condizioni di vita disperate.
“A Gaza – afferma ActionAid – al momento non c’è più alcun posto dove fuggire e rifugiarsi al sicuro. Negli ultimi quattro mesi l’85% dei suoi 2,3 milioni di abitanti ha dovuto abbandonare la propria casa. In molti sono stati sfollati più volte, costretti a spostarsi in cerca volta volta di un nuovo rifugio”.
(Com/RoPag)