FESTIVAL SABIR 2023 A TRIESTE, CITTA’-CONFINE. TRA MITTELEUROPA, CULTURE DEL MEDITERRANEO E SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE
Torna il Festival Sabir, promosso da ARCI con la Caritas Italiana, le ACLI e la CGIL e con la collaborazione di ASGI – Associazione di studi giuridici sull’immigrazione e Carta di Roma, il patrocinio di RAI per la Sostenibilità, con la stessa radiotelevisione di Stato come media partner assieme al quotidiano triestino Primorski dnevnik.
L’edizione 2023 è intitolata ‘Libertà di movimento’ e intende ricordare, dedicandogliela, a Omar Neffati, il giovanissimo portavoce 27enne di ‘Italiani senza cittadinanza’, impegnato nella rivendicazione dei diritti di chi è e vuole essere pienamente italiano, tragicamente scomparso qualche mese fa nel viterbese, dove viveva e al quale, qualche giorno prima, in versione giornalisti della Rete NoBavaglio, avevamo assegnato un riconoscimento ad hoc.
Il Festival Sabir quest’anno si svolgerà a Trieste, dall’11 al 13 maggio. Molti i dibattiti con nutriti panel, spettacoli musicali, rappresentazioni teatrali, mostre ed eventi librari diffusi che intendono far incontrare le diverse culture mediterranee, questa volta nella città italiana simbolo della Mitteleuropa.
Trieste è, infatti, da sempre incrocio di culture, etnie e idiomi, una città cosmopolita ma inquieta, confine “difficile” e poi invece “aperto”. ‘Odprta meja’, come il titolo di una famosa trasmissione di Tele Capodistria iniziata nel 1976.
Dopo gli anni delle cruente vicende belliche e le controversie politico-nazional-territoriali, poi con la ritrovata libertà cittadina, le periodiche incomprensioni, prolungate fino agli accordi di Osimo. Trieste è stata la nostra estrema propaggine sul fronte orientale, protesa e incuneata tra e nei blocchi militari contrapposti del Secondo Dopoguerra ed il non-allineamento jugoslavo, tra Guerra fredda e détente, fino alle tensioni delka minaccia nucleare del ‘minuto a Mezzanotte’ di fine anni ’70-inizi Ottanta del Novecento.
Oggi Trieste è scelta opportunamente dagli organizzatori di Sabir come crocevia, non solo simbolicamente, per riunire le tante culture che da secoli vi convivono, con abitanti ora degli scomparsi imperi autocratici poi negli Stati nazionali indipendenti, fino alla dimensione regionale e nelle città e borghi. Ma anche e sopratutto, come luogo di speranza, di incontro di quei tanti popoli in fuga da aree di crisi e teatri di guerra, persone da anni drammaticamente in cammino lungo la cosiddetta ‘rotta balcanica’,
Così, anche per la sua peculiarità, il suo essere storicamente città plurinazionale e culturalmente vivacissima, l’edizione 2023 del Festival Sabir di Trieste avrà ancor più come focus la promozione e la difesa dei diritti dell’uomo, la libertà di coscienza, la corretta informazione, la solidarietà interna e internazionale, il mutualismo e l’attivismo sociale, laico o di ispirazione cristiana o di altra confessione.
Oltre ai numerosi eventi collegati, Sabir vedrà anche lo svolgimento della significativa ‘Marcia contro i muri e per l’accoglienza‘.
Il 13 maggio per 5 chilometri ci si incamminerà dalla Slovenia all’Italia, partendo da Capodistria (Koper), dal Castello di Socerb, per poi attraversare il confine, fino a giungere alla cittadina di San Dorligo della Valle, estesa tra due stati. Per aderire, il contatto mail è controimuri2023@gmail.com
Come hanno, tra l’altro, sottolineato gli organizzatori, anche facendo riferimento al sanguinoso conflitto russo-ucraino in corso da oltre un anno, Sabir 2023 rappresenta “uno spazio della società civile non equidistante, ma schierata dalla parte delle vittime e contro tutti gli oppressori” per mettere al centro “le persone e i loro diritti, a prescindere dalla nazionalità”. Tutto il programma della tre giorni triestina è consultabile all’url www.festivalsabir.it
Roberto Pagano direttore Lazio Sociale | Europa Sociale