LAZIO. CORTE CONTI PARIFICA RENDICONTO GENERALE LAZIO 2021 RISULTATO AMMINISTRAZIONE IN “MIGLIORAMENTO, MA CRITICITÀ SU DEBITO”

(DIRE) Roma, 10 nov. – La Sezione regionale di controllo per il Lazio della Corte dei Conti ha approvato ed emesso il giudizio di parifica con alcune riserve sul rendiconto generale della Regione Lazio per l’esercizio finanziario 2021. A pronunciare il giudizio nel corso dell’udienza di stamattina è stato il presidente della Sezione regionale, Roberto Benedetti. Tra i presenti il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, all’ultimo appuntamento istituzionale da governatore, e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
Lo schema di rendiconto generale della Regione Lazio per l’esercizio finanziario 2021, si legge nella relazione di udienza, presenta un risultato finanziario della gestione di competenza pari a 655.810.090,36 di euro, in miglioramento rispetto al risultato dell’esercizio precedente, rappresentante il saldo tra le entrate di competenza accertate (20.815.120.212,35 euro) e le spese di competenza impegnate (19.972.690.411,15 euro), cui va aggiunta la differenza tra fondo pluriennale vincolato in entrata (699.382.943,87 euro) e fondo pluriennale vincolato in uscita (886.002.654,71 euro).

RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE “IN MIGLIORAMENTO” – Nel corso della sua requisitoria, il procuratore regionale Pio Silvestri ha sottolineato che “il progetto di rendiconto 2021 espone un risultato di amministrazione ‘contabile’ di 1.627.315.841,021
euro, in miglioramento rispetto al corrispondente saldo della precedente gestione, pari ad euro 1.014.399.629,64 di euro”. Il risultato di amministrazione “effettivo” 2021 risulta pari a 8.316.339.017,14 euro, costituito dal saldo contabile di 1.627.315.841,02 euro integrato con il totale della parte accantonata, pari ad euro 9.106.366.325,47, e di quella vincolata, pari ad euro 837.288.532,69.

DEBITO FINANZIARIO “RIDOTTO, MA ANCORA ECCESSIVO” – In merito al debito finanziario, ha sottolineato il referente Giuseppe Lucarini nella sua relazione, “anche nell’esercizio 2021 si riscontra un’intensa attività di gestione attiva dello stesso, realizzata attraverso la ristrutturazione di preesistenti posizioni debitorie per conseguire una riduzione strutturale della spesa per interessi pari, nel 2021, a 617,711 milioni di euro. Si tratta di attività grazie alle quali la Regione è riuscita a cogliere le occasioni, offerte dal mercato monetario, per rifinanziare a costi più convenienti il proprio indebitamento, tuttavia ancora di dimensioni eccessive quanto allo stock di capitale residuo che, a fine esercizio, ha registrato il valore di 22.796.768.679,10 euro”.
Si osserva, in proposito, che “nell’ultimo quinquennio lo stock di debito finanziario residuo è aumentato di circa 868 milioni di euro, passando da 21,928 miliardi di euro nel 2017 ai menzionati 22,796 miliardi di euro a fine 2021 in violazione del principio della tendenziale riduzione del debito, previsto dalla legislazione sia statale che regionale. Come evidenziato nelle due precedenti decisioni di parifica, l’eccessivo livello dell’indebitamento regionale ha origini risalenti nel tempo e, a più riprese, la Corte dei conti ha segnalato questa criticità, con particolare riferimento al debito finanziario della Regione Lazio”.

NEL 2021 CRITICITÀ SU RISPETTO LIMITE INDEBITAMENTO – In proposito, prosegue la relazione del referente, “è interessante menzionare la deliberazione n. 22/2009/G della Sezione centrale sulla gestione delle amministrazioni dello Stato che, in un’indagine sui disavanzi sanitari regionali, si soffermava su quello della Regione Lazio, evidenziando uno stock di debito finanziario al 31/12/2005 pari a 9,9 miliardi di euro sottolineando che ‘dal 2002 in poi, per fronteggiare le crescenti esigenze finanziarie, anziché avviare una riorganizzazione del sistema riducendo sprechi e inefficienze, sono state attuate operazioni di finanza creativa (l’operazione San.im) e di dilazione dei pagamenti dei fornitori di beni e servizi sanitari, che hanno drogato il sistema, rinviando il momento del risanamento e favorendo la formazione dell’enorme indebitamentò”.
Gli effetti della menzionata operazione San.im, certifica la Corte nella relazione di Lucarini, “sono ancora presenti nel bilancio regionale 2021 e concorrono a incrementare il livello dell’indebitamento finanziario, unitamente alle anticipazioni di liquidità contratte per il pagamento dei debiti scaduti al 31 dicembre 2012. Tanto evidenziato sull’attuale livello di indebitamento e sulla sua genesi, l’istruttoria svolta ha evidenziato criticità sull’effettivo rispetto del limite di indebitamento al 31 dicembre 2021”.

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