GERMANI (ANQUAP) ALLA POLITICA: “SENZA INVESTIMENTl, PERSONALE A RISCHIO E FONDI PNRR DIFFICILI DA GESTIRE”
Molte domande al mondo politico sulla scuola sono state poste in una conferenza online organizzata da Consenso Europa e dall’Associazione
Nazionale Quadri delle Amministrazioni Pubbliche (Anquap). Nel dibattito ‘Autonomia, decentramento, governance. Quali interventi per la scuola nella XIX legislatura’ sono intervenuti tra gli altri Giorgio Germani, Presidente di Anquap; Riccardo Pittoni, Vicepresidente Commissione
Istruzione del Senato; Valentina Aprea, Commissione Cultura della Camera dei Deputati; Lucia Azzolina, Commissione Affari Costituzionali della
Camera dei Deputati; Paolo Mazzoli, Gruppo Nazionale Scuola Azione.
“Abbiamo avuto tre governi di colori diversi e quattro ministri dell’Istruzione, ma sulla scuola tutto resta uguale”. Così Giorgio Germani intervenendo alla conferenza con il moderatore Stefano Colarieti, direttore generale di Consenso Europa. Tra i temi trattati la disciplina dell’autonomia scolastica, la governance della scuola e il sistema di relazioni sindacali multilivello.
“In Lombardia abbiamo 1129 autonomie scolastiche e mancano 604 direttori SGA ovvero il 53,50%, la maggiore regione d’Italia si trova in queste condizioni”, ha affermato Germani chiedendosi perché non ci sia ancora un concorso e sottolineando come manchi ancora “il direttore amministrativo istituito dalla Moratti nel 2002”.
La soluzione proposta dal Presidente Anquap è quella di “codificare
meglio la contrattazione del direttore SGA nel CNNL per meglio individuarlo e così tutelarlo”, in modo da assumere maggiore rilevanza e non essere una figura minoritaria nel quadro delle tutele del personale della scuola.
Germani ha poi proposto una conferenza nazionale sui servizi generali e amministrativi per “rimettere al centro il merito e premiare il middle management anche nella scuola”, mentre ritiene che i fondi in arrivo dal PNRR saranno difficili da gestire anche in ambito scolastico “se la segreteria è in sofferenza e il lavoro in eccedenza non si vuole pagare”.
(Com/RoPag)