FESTA DELLA MAMMA, PER ‘OSSERVATORIO DOMINA’ BARRIERE CON DIRITTI PER POCHE: “NEL 2020 33MILA MAMME HANNO LASCIATO IL LAVORO. IL GOVERNO CI CONVOCHI”
La Festa della Mamma è in arrivo, ma i diritti non sono uguali per tutte: per le lavoratrici domestiche esiste solo la maternità obbligatoria.
Come ricordato nel PNRR (Missione 5, Coesione e inclusione), la conciliazione tra lavoro e maternità è ancora uno dei punti dolenti del sistema italiano: molte donne si trovano costrette a scegliere tra lavoro e famiglia e si determina una perdita consistente di capitale umano e di opportunità di crescita.
Nel 2020, ad esempio, sono state quasi 33mila le neo mamme che hanno lasciato il lavoro.
Come illustrato nel III Rapporto Domina sul lavoro domestico, i problemi sono ancora più serii: esiste una “barriera di accesso” alla maternità, a differenza delle altre lavoratrici dipendenti che possono usufruire della maternità senza particolari vincoli, poi le lavoratrici domestiche devono aver accumulato un numero minimo di contributi. Ciò significa che la maternità non è immediatamente fruibile dal primo giorno di lavoro, ma dopo aver maturato una certa anzianità.
Secondo gli studi di ‘Domina’, i dati INPS evidenziano come nel 2020 tra le 750mila donne assunte dalle famiglie italiane come colf, badanti e baby sitter, solo 6mila siano in maternità (0,8%). Si tratta di un’incidenza molto bassa, specie se confrontata con i dati delle altre lavoratrici dipendenti del settore privato (3,9%). Inoltre, il numero è diminuito negli ultimi cinque anni: se nel 2015 le lavoratrici domestiche in maternità erano 10.763, nel 2020 sono scese a 6.185, con una perdita netta di oltre 4 mila “mamme domestiche”.
Nel 2020, per sostenere la maternità delle oltre 6mila “mamme” l’INPS ha speso circa 42 milioni di euro, con un valore medio di 6.773 euro pro-capite (variabile in base alla contribuzione della lavoratrice).
Secondo Lorenzo Gasparrini, Segretario generale di ‘Domina’, “A tutte le donne lavoratrici devono essere riconosciuti gli stessi diritti di maternità e genitorialità. Conciliare lavoro e maternità è sempre difficile in Italia, ogni anno molte neo-mamme devono rinunciare al lavoro per potersi occupare dei figli. Invito il Governo a convocare subito un tavolo con le Parti sociali e poter discutere della proposta programmatica del settore che l’obiettivo di rilanciarlo, uscendo fuori dal lavoro informale che conta oggi oltre il 60% degli occupati, pari a oltre un milione di lavoratori. Dare gli stessi diritti di maternità a queste che donne che si occupano della nostra casa e dei nostri anziani è una questione di giustizia, in linea con il principio di equità tra i settori sancito dalla Convenzione ILO n. 189/2011 sul lavoro dignitoso per le lavoratrici”.
(Com/RoPag)