ACLI TERRA: l’inflazione dei prodotti agricoli va contenuta con azioni condivise

A febbraio l’asticella dei prezzi mondiali dei generi alimentari si alza fino a raggiungere un record assoluto, sotto la spinta degli oli vegetali e dei prodotti lattiero-caseari. A darne notizia in data odierna è l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).

L’Indice FAO dei prezzi dei prodotti alimentari, che rileva le variazioni mensili dei prezzi internazionali dei generi alimentari comunemente oggetto di scambi commerciali, ha raggiunto un valore medio di 140,7 punti in febbraio, in aumento del 3,9 percento rispetto a gennaio, 24,1 percento in più rispetto al livello dell’anno precedente e 3,1 punti rispetto al valore record registrato nel febbraio 2011.
Secondo la valutazione della FAO gli incrementi sono dovuti al caro energia e all’aumento dei prezzi dei fertilizzanti e dei mangimi, non alla troppo recente crisi ucraina. Quello che si sta delineando all’orizzonte da ormai qualche mese è un continuo e generalizzato aumento dei prezzi delle materie prime alimentari e non food; la chiamano inflazione, sembra che ci avremo a che fare per un altro po’, almeno un anno e mezzo se non due.
“Abbiamo due strade completamentari, propone Nicola Tavoletta, Presidente Nazionale di ACLI TERRA, durante una intervista con Foglidinotizie.it. Una è un rilancio della concertazione tra tutti gli operatori della filiera del cibo per equilibrare i valori dei costi fino al prezzo ai consumatori e per proporre misure ai Governi e all’Unione Europea. L’altra è quella di promuovere una cultura del consumo sul valore dei prodotti sempre più di qualità, facendo comprendere le differenze dei costi, ovviamente compatibilmente con il potere di acquisto che va sostenuto”.

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