Il disagio psichico ed il ritardo mentale

Dr. ssa Alessia Micoli
Psicologa Criminologa

Il disagio psichico è una condizione di disadattamento, di non integrazione nella situazione ambientale. Spesso si dimostra con imbarazzo, impaccio da parte del soggetto che lo patisce.
Sovente si parla di un allontanamento dallo stato di benessere alla perdita di una situazione comoda e vantaggiosa; come se fosse il corrispettivo di una immobilità.
E’ una condizione di sofferenza psichica che investe la vita emotiva, affettiva e relazionale dell’individuo.
In età evolutiva, determinato disagio, è strettamente correlato alle funzioni dello sviluppo e alle variabili dell’ambiente.
Nella maggior parte delle patologie che interessano la disabilità, il disagio psichico è presente e nella maggior parte dei casi porta il clinico ad apprezzare una doppia diagnosi, ovvero una comorbità.
Il ritardo mentale è l’insieme di una vasta gamma di condizioni dovute a delle cause organiche che hanno agito nel periodo prenatale, perinatale o post natale.
La letteratura scientifica ha affermato che il ritardo mentale è caratterizzato da un comune denominatore che consiste in un anomalo sviluppo della psiche in misura tale che l’individuo ha un’insufficiente capacità di adattarsi all’ambiente circostante in maniera efficiente ed armoniosa.
La disabilità intellettiva, precedentemente chiamata insufficienza mentale, è una patologia cognitiva persistente data da un alterato funzionamento del sistema nervoso centrale e fa parte dei disturbi del neuro-sviluppo.
La prognosi, che viene effettuata dagli specialisti, si effettua attraverso degli specifici programmi di intervento, abilitazione, riabilitazione ed educazione, i soggetti con ritardo mentale, lieve o moderato, possono condurre una vita serena. Per le persone colpite da ritardo mentale grave o gravissimo, come dimostrato dagli studi, le prospettive peggiorano poiché caratterizzate da una aspettativa di vita ridotta.