QUIRINALE, SCHEDE BIANCHE E FUMATA NERA
(di Massimo De Simoni)
Come era ampiamente previsto la prima tornata di votazioni per l’elezione del nuovo Capo dello Stato non ha prodotto nulla di concreto, oltre la valanga delle 672 schede bianche.
Non è una novità visto che nella storia delle elezioni presidenziali si è assistito ad una serie prolungata di tentativi che in qualche caso sono arrivati anche a ventitre o ventiquattro votazioni; ma non è neanche uno spettacolo entusiasmante soprattutto in considerazione della fase delicata ed emergenziale che interessa il Paese ed il resto del mondo. Fa un certo effetto sentire che in queste ore è iniziato un confronto trai leader politici per individuare soluzioni praticabili per il Quirinale. La scadenza del settennato di Mattarella non stato certamente un accadimento imprevisto e un generico senso di responsabilità avrebbe dovuto spingere le forze politiche a non aspettare proprio l’apertura della sessione di votazione per avviare i contatti e le consultazioni necessarie.
Questa non è una scadenza come altre degli anni passati. I grandi elettori devono eleggere il nuovo Presidente della Repubblica in piena pandemia, con grandi problemi economici e sociali da risolvere, con i venti di guerra nell’est dell’Europa e con le borse europee in perdita (indice FTSE MIB a -4%); e il voto dei mercati rischia di pesare più di quanto può contare numericamente.
In un momento nel quale sarebbe necessario dare un segnale di stabilità politica, paradossalmente si rischia di non trovare soluzioni per il Quirinale mettendo in discussione anche la tenuta del governo in carica. L’auspicio è che le valutazioni che si fanno in queste ore vedano al centro del confronto l’interesse del Paese e non il calcolo delle convenienze. L’Italia lo merita, dopo l’esperienza dei sette anni di autorevole guida di Sergio Mattarella e soprattutto dopo questi due anni di sofferenza e di dure prove imposte dal virus che ha stravolto le nostre vite.