CULTURA. NEL MESE DELLA MEMORIA, IN SCENA IN ITALIA E SVIZZERA “IN QUELLE TENEBRE – LA VERITÀ È UN INTRECCIO DI VOCI” DI ROSARIO TEDESCO

Nel Mese della Memoria, il regista e attore teatrale Rosario Tedesco è in tournée in Italia e in Svizzera con il suo spettacolo In quelle tenebre –La verità è un intreccio di voci tratto dall’omonimo libro di Gitta Sereny. Dopo il debutto alla Casa della Memoria di Milano, nell’ambito del CantiereMemoria organizzato da Tracce Associazione Culturale, giovedì 6 gennaio (alle 19:30, ingresso gratuito con green pass), la compagnia si sposterà a Locarno e a Lugano rispettivamente il 27 e 28 gennaio, per poi andare al Goethe-Institute di Palermo il 31 gennaio (alle 18:30). Il 24 gennaio Rosario Tedesco metterà invece in scena Destinatario sconosciuto al Teatro Bonci di Cesena.

Soffermiamoci su In quelle tenebre –La verità è un intreccio di voci. Come dicevamo, è tratto dall’opera di Gitta Sereny. Di origini ungheresi, nata in Austria, di passaporto britannico e lingua inglese, nel 1971 questa giornalista intervista Franz Stangl, comandante dei campi di sterminio di Sobibór e Treblinka, in Polonia, nel 1942-1943. Sopravvissuto alla guerra e fuggito in Brasile, Stangl venne arrestato nel 1967 e incarcerato a Düsseldorf. Fu l’unico comandante di campi di sterminio portato davanti a un tribunale. Lì, nella sua cella, Gitta lo intervista per 70 ore. «Perché? Cosa hai fatto? Cosa pensavi mentre lo facevi?» Sono queste alcune delle domande. Dapprima lui risponde come da repertorio: «Ho obbedito agli ordini, non è colpa mia».

In quella cella sono soli. La giornalista ribatte: «So già che lei è colpevole, per questo è in carcere. Con lei, vorrei scoprire com’è arrivato fin qui, in questo carcere. Di persone come lei non ce ne sono molte. Se vuole rivelarmi qualche verità ci vediamo dopo pranzo». Due ore dopo lui torna e inizia a narrare di sé. Due mesi, intrisi di lacrime e colpa. Con il comandante dei campi di sterminio, Gitta scende nell’oscurità; ponendo le domande eterne che da sempre ci assillano su come e perché tutto ciò è stato possibile, nella speranza di avvicinarsi a quella verità che potrebbe gettare luce in quelle tenebre. Alla fine, Stangl ammette: «È stata colpa mia»

Diciannove ore dopo, lui muore di infarto. Lei, la giornalista, decide di andare da tutti coloro che Stangl ha nominato per farsi raccontare quella stessa storia. E incrocia le verità di ciascuno, per raccontarle nel volume In quelle tenebre pubblicato in italiano da Adelphi (1974, pp. 522, €16). È questo il testo che giovedì 6 gennaio il regista teatrale e attore Rosario Tedesco metterà in scena alla Casa della Memoria di Milano per poi spostarsi in Svizzera, dove incontrerà gli studenti delle scuole superiori, e a Palermo.

Il particolare di questo spettacolo è che le domande saranno lette ad alta voce dal pubblico in sala: «Prima dell’inizio dello spettacolo delle buste chiuse e colorate verranno distribuite al pubblico, che riceverà poche brevi istruzioni su come si svolgerà la serata. Seguendo l’ordine progressivo delle buste, saranno gli spettatori a prendere voce e rivolgersi direttamente a Stangl. Si procederà così, di domanda in domanda, di risposta in risposta. Domande semplici e coraggiose che innescano risposte da tenebra. Il tempo fuori sesto, che si voleva bloccare per sempre, grazie a queste domande torna a scorrere. Una comunità che interroga il passato lo rende vivo», spiega il regista.

«Se il passato è uno strappo, è solo quando ci mettiamo mano per ripararlo che iniziamo a comprendere chi siamo e qual è il nostro rapporto col mondo», aggiunge. «Come un messaggero da tragedia greca, Gitta Sereny – colei che pone domande –, ha visto l’orrore ed è tornata indietro da quel confine, per noi inesplorato, per raccontarcelo. Oggi, nel nostro “tempo fuori sesto”, nel nostro presente che vede la comunità sempre più spezzata e preda dei suoi peggiori istinti, il delicato ruolo di Gitta Sereny viene affidato al pubblico che così non solo assisterà allo spettacolo ma ne diverrà parte attiva e motrice». Con Tedesco, alla Casa della Memoria di Milano ci sarà l’attore Nicola Bortolotti che si farà carico del personaggio di Stangl, il carnefice.

Palermitano, cresciuto professionalmente alla scuola di Ronconi a Torino, nei suoi lavori Rosario Tedesco intreccia storia, teatro, musica mettendo al centro la parola responsabilità. Oltre all’opera di Gitta Sereny, sull’Olocausto ha già messo in scena lavori importanti, tra cui Il Vicario di Rolf Hochhuth, un classico degli anni Sessanta sul silenzio della Chiesa durante le deportazioni degli ebrei nella Seconda guerra mondiale. Un altro suo lavoro è Destinatario sconosciuto , sempre con Nicola Bortolotti, previsto a Cesena il 24 gennaio e tratto dal libro di Katherine Kressmann-Taylor (Rizzoli) sull’emergere della dittatura, ambientato negli anni Trenta.

E, infine, Due dentro ad un foco –Storie di pietra: con l’Associazione Culturale Tracce (https://www.letracce.org/progetti/due-dentro-ad-un-foco/) fondata con Rossella Tansini e Alberta Bezzan, Tedesco ha dato vita a un percorso urbano per raccontare attraverso le pietre d’inciampo dell’artista Gunther Demnig la storia della vittima (la pietra d’inciampo) e del carnefice. Un progetto che a Milano ha coinvolto numerose istituzioni dedicate alla Memoria solo per citarne alcuni: Ass. Figli della Shoah, ANPI; CDEC UCEI; con il sostegno dell’Università e la complicità del Conservatorio di Milano. Conclusione del percorso sarà il Memoriale della Shoah, dove si trova il Binario 21 da cui molti convogli son partiti per mai più ritornare. Il progetto vedrà un nuovo percorso, sempre nella città di Milano il prossimo giugno 2022; e altre città, come Roma e Bologna, saranno presto luogo di attraversamento.

Farian Sabahi

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