Adeguamento delle pensioni dal 1/1/2022
Come ormai è a conoscenza di tutti, l’ Istat,ha comunicato che nel 2021 il tasso d’inflazione dei redditi per effetto dell’aumento dei prezzi, a novembre, si è attestato intorno all’ 1,7%, così come riportato nel Decreto MEF del 17/11/2021. Pertanto l’Inps informa che a partire dal 1 gennaio del 2002 le pensioni verranno adeguate secondo il calcolo d’incremento, previsto dal meccanismo automatico di perequazione in vigore, volto a tutelare il potere di acquisto del reddito dei pensionati.
Ma praticamente, sappiamo, che intanto il tasso d’inflazione effettivo è del 1,9 – se non 2%, e che la differenza sarà considerata solo nel correttivo prima della rivalutazione del 2023; secondo che i rincari dei prezzi in generale, hanno già ampiamente assorbito l’aumento che andrà in vigore da gennaio 2022.
Torneremo sulla necessità, ampiamente rivendicata, di mettere mano AD UNA VERA riforma del SISTEMA pensionistico in atto, poichè negli ultimi vent’anni i redditi da pensione sono stati falcidiati di ben oltre il 30/40% dei loro potere di acquisto, ridimensionando totalmente i loro sistemi di vita sociali e familiari.
Al momento fermiamoci alla notizia degli incrementi previsti dal 2021 secondo gli scaglioni di reddito; che ricordiamo sono stati riportati a 3 – con il recupero rispettivamente del 100%, per le pensioni fino a 4 volte il Trattamento Minimo (2.062), del 90% tra 4 e 5 volte (2.577) il T.M.(1,53%), e del 75% oltre 5 volte il T.M.= (1,279% per il 3 scaglione. La rivalutazione del T.M. passerà nel 2022, da 515,58 a 524,34€.( per il calcolo delle altre indennità ed assegni sociali).
Quindi , indicativamente dal 1° gennaio 2022 ci saranno questi incrementi lordi x mese: pensioni (sempre al lordo) da 800 a 813,6; pensioni da 1000 a 1017; pensioni da 1300 a 1322: pensioni da 1500 a 1525,50: pensioni da 2000 a 2034: pensioni da 2500 a 2542: pensioni da 2800 a 2845,8.
Come anticipato in un precedente comunicato, con la riforma del FISCO gli scaglioni IRPEF sono stati rimodulati da 5 a 4, con la soppressione dell’aliquota del 41%. Riforma che da tempo andava fatta, ma che ancora una volta si dimentica completamente delle categorie più colpite dalle crisi per mancanza di adeguamento dei meccanismi di adeguamento, rivalutazione e perequazione dei sistemi di valutazione.
Infatti l’unico scaglione ch rimane inalterato è quello minimo fino a 15ml euro che resta al 23%, mentre gli altri sono attestati dal 27 al 25%, dal 38 al 35% e del 43% dai 50ml in su, con risparmi medi di 620€ sui 40ml € e di 920 su quelli da 50ml. Si poteva e si deve fare di più per onestà e giustizia di questa categoria(assente contrattualmente ed in termini conflittuali”) ampiamente bistrattata negli anni. In particolare gli anziani e pensionati, che ricevono o “subiscono” sempre una scarsa o nulla attenzione riguardo alle emergenti problematiche che la globalizzazione prima ed il sistema dopo ha ingigantito; mentre ci si ricorda di loro quando si tratta di ratificare sacrifici e provvedimenti fiscali “necessari” nei momenti difficili.
Chiediamo rispetto ed una maggiore visibilità, per una categoria che ha dato tanto a questo paese, sia socialmente che culturalmente, dimostrando di essere ancora la “ spina dorsale” e certamente “risorsa insostituibile” per il bisogno non solo delle loro famiglie, ma dell’intera società. Questo governo non si dimostri – come lo sono stati altri nel passato, debole con i FORTI e forte con i DEBOLI; riconosca il valore e la validità delle richieste e proceda con giusta saggezza alle necessità di questa vitale categoria. L’anziano non è un PESO ma una grande RISORSA di questo paese..
Per la Segreteria FAP – ACLI Latina – Franco Assaiante
Latina 20/12/2021 –