CUCCHI: GIUDICI, PESTAGGIO INGIUSTIFICATO E SPROPORZIONATO – Lo scrivono i giudici nelle motivazioni dell’appello bis
(ANSA) – “Ingiustificata e sproporzionata”.
Così i giudici della Corte d’Assise d’Appello definiscono il pestaggio subìto da Stefano Cucchi nelle motivazioni con cui il 7 maggio scorso, nell’ambito del processo bis sulla morte del geometra romano, hanno condannato a 13 anni di carcere per omicidio preterintenzionale i due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro accusati dell’aggressione del giovane romano morto nel 2009.
I giudici hanno condannato anche il carabiniere Roberto Mandolini per falso e a due anni e mezzo e sempre per falso, Francesco Tedesco, il militare che con le sue dichiarazioni aveva fatto luce sul quanto avvenuto nella caserma Casilina la notte dell’arresto di Cucchi.
“La vittima è colpita con reiterate azioni ingiustificate e sproporzionate, rispetto al tentativo dell’arrestato di colpire il pubblico ufficiale con un gesto solo figurativo – scrivono nel documento – inserito in un contesto di insulti reciproci inizialmente intercorsi dal carabiniere Di Bernardo e l’arrestato, che, nel dato contesto esprime il semplice rifiuto di sottoporsi al fotosegnalamento”. Per i giudici romani “può ritenersi accertata la sproporzione tra l’alterco insorto tra Di Bernardo e Cucchi rispetto alla portata dell’aggressione da quest’ultimo patita alla quale partecipò D’Alessandro”.
In merito all’aggravante dei futili motivi “le violente modalità con cui è stato consumato il pestaggio ai danni dell’arrestato, gracile nella struttura fisica, esprimono una modalità nell’azione che ha ‘trasnodato’ la semplice intenzione di reagire alla mera resistenza opposta alla esecuzione del fotosegnalamento”. (ANSA).