LETTERA DEI VESCOVI DEL LAZIO SUI VACCINI
Carissimi,
come Vescovi delle Diocesi del Lazio vogliamo inviarvi alcune riflessioni che riguardano l’attuale situazione pandemica e la campagna vaccinale. Più precisamente, sentiamo la responsabilità di esortare, con molta fermezza, tutti coloro che possono, a vaccinarsi: presbiteri, religiosi e operatori pastorali impegnati a vario livello nella vita e nella missione delle nostre Chiese diocesane. Ben oltre gli obblighi, siamo tutti consapevoli che è in gioco il bene comune. “Vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto di amore. E contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto di amore. Amore per séstessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli. L’amore è anche sociale e politico (…) è universale, sempre traboccante di piccoli gesti di carità personale capaci di trasformare e migliorare le società” (Papa Francesco).
Alle parole di Papa Francesco, pronunciate in un videomessaggio il 18 agosto scorso, hanno fatto eco quelle della presidenza della CEI, in una nota datata 8 settembre 2021. In questo tempo di ripresa, segnata ancora da tante incertezze, ci rivolgiamo ai pastori e a tutti gli operatori pastorali: per il servizio che esercitano essi sono particolarmente esposti a rischio di
contagio, per sé e per gli altri. Compito della comunità cristiana è adottare tutte le misure necessarie a prevenire e ridurre quanto più possibile questo rischio, rispettando le norme vigenti, da buoni cittadini animati da senso civico e da cristiani chiamati ad amare e servire il prossimo.
L’emergenza sanitaria non è ancora rientrata e gli strumenti a disposizione per frenare la diffusione della pandemia sono in continua evoluzione. In questo momento i vaccini sono ritenuti dalle Autorità competenti un mezzo importante per rallentare e contenere il contagio e quindi prevenire il COVID-19 almeno nelle forme più gravi. Anche i test diagnostici appaiono più affidabili e più facilmente effettuabili e lo screening periodico si è rivelato un importante strumento di contrasto alla pandemia.
Medici e personale sanitario, insegnanti e operatori della scuola, hanno l’obbligo vaccinale; il green pass è obbligatorio per accedere a molti locali al chiuso. Si tratta di misure disposte perché chi, esercitando responsabilità, è chiamato a garantire “l’altro”. Per questo motivo, nello spirito del
mandato ricevuto: “Abbi cura di lui” (Lc 10,35), ci appelliamo alla coscienza dei ministri ordinati e degli operatori pastorali (catechisti, animatori, volontari della carità, etc…) invitando a guidare le riunioni comunitarie e gli incontri di catechismo o altre attività educative in
presenza, solo se hanno ricevuto da almeno due settimane la prima dose di un qualsiasi vaccino contro il COVID-19 considerato adeguato dalle Autorità civili italiane oppure se sono guariti da non oltre 180 giorni dall’infezione da SARS-CoV-2 oppure se nelle 48h precedenti ad ogni momento in cui prestano i servizi sopra elencati effettuano con esito negativo uno dei
test diagnostici approvati dal Ministero della Salute. Lo stesso valga per chi, come accolito o come ministro straordinario della comunione, è chiamato a portare l’eucarestia agli infermi; per chi è impegnato nel servizio della liturgia, in particolare i coristi o i cantori; per gli insegnanti delle sale studio o delle scuole di italiano per stranieri gestite dalle Parrocchie, per gli operatori maggiorenni di attività educative, sportive e didattiche gestite dalle Parrocchie, etc. Sappiamo bene che nel nostro operare deve essere sempre presente quell’attenzione alla cura della persona nella sua integralità. Per questo anche nelle circostanze che stiamo vivendo è nostro
compito educare e formare le coscienze a comprendere il valore delle cure e degli strumenti resi disponibili dalla ricerca. Con una nota del 21 dicembre 2020 la Congregazione per la dottrina della fede ha espresso una parola risolutiva sulla questione della liceità morale dei vaccini (cfr. Nota sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti-Covid-19).
Siamo quindi invitati ad incoraggiare l’adozione da parte di tutti di queste misure efficaci di contrasto alla pandemia. Come comunità cristiana, come abbiamo sempre fatto, continuiamo a fare la nostra parte con spirito collaborativo per il bene della nostra società
Vi salutiamo nel Signore. Preghiamo insieme perché l’anno pastorale appena iniziato sia fecondo e sereno.
14 settembre 2021
I Vescovi
delle Diocesi del Lazio