Benvenuti al Sud, venendo da Giù al Nord
Mi piace molto la canzone di Francesco De Gregori “La leva calcistica del ’68”, quella di Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore e che quest’ anno indosserà la maglia numero 7. Avete ascoltato quella canzone sul calcio? Bene, non ha nulla a che vedere con Frank Ribery il nostro numero 7 di oggi. Oggi poi è 7 settembre e non è semplice parlare di francesi in Italia, perché in questa data, nel 1303 i francesi consumarono ad Anagni un oltraggio a Papa Bonifacio VIII, il cosiddetto “Schiaffo di Anagni”, che porterà alla “Cattività Avignonese”. Però il francese del nostro articolo è musulmano, quindi possiamo assolverlo dalla colpa storica. Convertito dalla moglie. È bello parlare di calcio e di un grande calciatore oggi, perché è una ricorrenza speciale per il football nazionale. Nel 1893 i marinai inglesi a Genova fondarono il Genoa Cricket end Football Club, il mitico “Grifone”, la prima squadra italiana. Il nostro numero 7 entra in campo a Salerno pochi giorni dalla uscita da quello portoghese verso Manchester. Due 7 completamente diversi e non solo per ruolo, ma anche per stile e rappresentazione. Non critico Ronaldo, ma voglio celebrare Ribery. Lo ammirai ai Mondiali del 2006, quelli vinti dall’Italia proprio in finale contro la Francia, e ne rimasi affascinato. Aveva fatto la gavetta in giro per la Francia, addirittura una stagione in Turchia, prima di affermarsi a Marsiglia. Un dribbling eccezionale, tecnica e forza, una classe superiore. Lo desideravo alla mia Juventus, ma andò al Bayern di Monaco e in 12 anni stravinse tutto, una leggenda. Due anni alla Fiorentina ed oggi il delirio a Salerno. Sceglie una squadra dove deve veramente lottare, senza guardare allo stipendio e senza fare calcoli sul prestigio. Vuole chiudere la carriera sudando, battebdosi. Volete una coincidenza straordinaria? Ribery viene dal territorio francese dove è ambientato il film “Giù al Nord”, è nato lì nel Dunderque, e ha scelto di giocare in quello dove è ambientato “Benvenuti al Sud”, il remake italiano, in provincia di Salerno.
Nella storia della Salernitana sapremo in futuro se sarà tra i calciatori più importanti, ma oggi sicuramente è quello più famoso e talentuoso.
Ribery ha veramente vinto tutto, in squadra e personalmente, oggi ha l’obiettivo della salvezza. È un folle, un romantico, un appassionato vero del suo gioco, un innamorato del pallone. Tiferò Ribery e Salernitana perché questa è storia degna. Poteva ritirarsi, andare in qualche campionato emergente a riposare e a guadagnare facilmente tra discoteche e celebrità. Invece il suo dribbling al servizio della squadra probabilmente più debole della dura serie A al servizio di Mister Castori, un cosiddetto “sergente di ferro”.
Bravo Frank tu sei il vero numero 7.
Nicola Tavoletta