La “CLAAI Assimprese” verso la Settimana Sociale di Taranto 2021. Raccogliamo la sfida del futuro !
La “CLAAI Assimprese” verso la Settimana Sociale di Taranto 2021
Raccogliamo la sfida del futuro !
di Ivan Simeone
Direttore CLAAI Assimprese Lazio Sud
Latina – “Il pianeta che speriamo – Ambiente Lavoro Futuro – #tuttoconnesso” è il tema che animerà la 49° Settimana Sociale che si terrà a Taranto il prossimo ottobre 2021.
La tematica è un qualche cosa che impone un coinvolgimento “attivo” anche alle nostre imprese e alle Associazioni della rappresentanza datoriale e noi, come CLAAI Assimprese Lazio Sud, Confederazione nazionale che rappresenta il mondo dell’artigianato e delle piccole imprese, non possiamo esimerci; ancor più noi che, da anni, abbiamo deciso di condividere ed essere èparte attiva di un percorso sinergico con gli amici del “Forum 015”, la rete delle Associazioni economiche e del lavoro della provincia di Latina che guardano propositivamente al Magistero sociale.
La pandemia ci ha letteralmente sospinti “oltre il muro del presente”, proiettandoci in una realtà d’impresa ed economica dove il digitale è divenuto il punto focale di ogni azione.
Siamo oggi letteralmente sommersi dalle nuove tecnologie digitali, 5g, hub, webinar d’ogni genere ….. rischiando un “frullato misto” se il tutto non viene razionalizzato, organicamente “composto” nei processi aziendali e di sviluppo ma, non ultimo, dando a tutti i processi di sviluppo tecnologico “un senso” valoriale e ponendo al loro centro la “Persona”, con tutte le sue proprie dinamiche. E’ questa una delle sfide cui anche noi operatori e corpi sociali di settore siamo chiamati a svolgere.
Ambiente e Lavoro, direi anche Ambiente e Produzione, due aspetti che devono essere coniugati insieme in un processo che vede un’azione sinergica tra istituzioni (partendo dagli Enti Locali, dal singolo Comune), corpi sociali e imprese private con una solidarietà circolare che deve essere non solo proclamata o enunciata ma che deve farsi prassi di intervento sul territorio.
Nelle riflessioni cui tutti noi siamo chiamati, “guardando” la Settimana Sociale di Taranto, dobbiamo interrogarci su come le nuove tecnologie digitali possono essere rappresentante in un’ottica comunitaria –come evidenziato dall’Istrumento Laboris della Diocesi di Roma, come riuscire a formare e coinvolgere attivamente le nuove generazioni, il ruolo delle nostre Organizzazioni di rappresentanza imprenditoriale, il riuscire a formare i giovani imprenditori e professionisti e di promuovere un bene comune che non sia poi attualizzato nella pubblica amministrazione, negli Enti locali. Come riuscire a creare quella rete operativa tra mondo dell’istruzione e del lavoro, come creare quella “comunità di competenze” cui si richiama il seminario CEI del Centro Italia “L’Italia riparte: visioni di futuro”. Questo è anche parte del nostro lavoro di un futuro che è già presente.
Ma…. il “ma” –purtroppo- è sempre presente come elemento disgregante di un processo di pensiero positivo e costruttivo. Ma la politica in tutto questo, cosa fa ? Riesce a ”guardare oltre”?
Noi possiamo strutturare comunità propositive e produttive, avviare processi di innovazione tecnica e morale (la Morale, la Legalità e l’Etica d’impresa sono gli altri aspetti su cui dobbiamo accendere presto i riflettori) “ma” poi il motore del tutto diviene l’Amministrazione delle nostre Città, le scelte delle nostre Regioni, la politica che deve riuscire ad essere uno dei pilastri di un rilancio e di un rinnovamento economico e produttivo dei nostri territori. Abbiamo necessità di Politici pragmatici e legati ad una visione culturale e morale, politici che siano costruttori con grandi obiettivi, abbiamo necessità di nuove competenze inclusive.
Papa Francesco, nell’Enciclica “Fratelli Tutti” auspicando una rigenerazione dell’impegno politico, una “Migliore Politica” come servizio al bene comune, ci esorta a non rassegnarci nel vivere chiusi in un frammento di realtà, portare avanti una politica dell’incontro e, come espresso nella “Laudato Si”, una economia senza la politica (la buona politica) non si può giustificare.