Nascondino e biglie o Wi-Fi e PlayStation?
E’ la domanda spontanea di ‘Torna a giocare, spegni il wifi’, un libro targato Mauro De Cesare che ci riporta indietro nel tempo per recuperare una dimensione del gioco che ormai sembra essere scomparsa. Perchè – spiega l’autore, giornalista del Corriere dello Sport – giocare è e resta una cosa seria, che emoziona! Quest’opera ci proietta in un altro secolo, addirittura in un altro millennio, a contatto con giochi semplici, che stimolavano curiosità, condivisione, empatia.
Ma nel giro di un “click” ci riporta in un attimo ai giorni nostri, dove si gioca, non sempre e non più come ai tempi del boom economico degli Anni Sessanta, ma con strumenti figli della tecnologia. Non più nascondino, hula hop, biglie e corse in bicicletta intorno ai palazzi di una città come Roma, che ancora non era diventata metropoli. Dove nei cortili che circondavano le case, arrivava sempre una mamma con un ciambellone appena sfornato e pronto per essere divorato da tutti, nessuno escluso.
Dove fare partite di calcio interminabili anche sotto il sole rovente d’agosto e sbucciarsi un ginocchio, diventava il pretesto per prendere d’assalto le storiche fontanelle (i nasoni) che oggi non trovi quasi più.
Adesso wi-fi e cellulari, PlayStation e tablet, whatsapp e messaggi vocali. Ci si ritrova sempre con lo stesso “click”, quando una volta se il telefono era bloccato dai genitori con il lucchetto, ti rimaneva il citofono, macché dico forse neanche quello.
Nostalgia? Progresso? Regresso? Eravamo più felici allora o viaggiano in maniera più intrigante i figli dei giga e dei microcip? Mi sono seduto a terra con i miei figli adolescenti.
Ho raccontato i miei giochi, mi hanno raccontato i loro. Due “viaggi” a confronto raccontati in questo libro. A me e agli amici della “banda” – ricorda l’autore – bastava un terrapieno, qualche biglia e, naturalmente, l’immancabile Pallone. Io, a casa, sento parlare i ragazzi in inglese davanti la Play e scopro che sono online con “amici” di Brooklyn. E spesso, quando invece si ritrovano su un divano, chattano: non parlano! Ma eravamo più felici noi o lo sono i figli del terzo millennio? (ANSA).