Giovanni di Giorgi, Road to Tokyo 2020: La bandiera rubata
Olimpiadi di Tokyo. 13 ottobre, finale olimpica dei 100m stile libero
In quarta corsia c’è Dawn Fraser.
Olimpiadi di Melbourne 1956. 1 dicembre, finale olimpica dei 100m stile libero
Sul podio un solo inno, quello australiano, e tre atlete di casa con le medaglie al collo: Dawn Fraser, Lorraine Crapp, e Faith Leech. La Crapp virò per prima e dopo 75 metri era ancora in testa, ma qui la sfida diventò colpo su colpo, bracciata dopo bracciata, spalleggiandosi fino all’arrivo. A occhio umano, toccarono il muro insieme, ma il nuovo record del mondo fu della diciannovenne Dawn Fraser, campionessa olimpica in 1’02″00.
Olimpiadi di Roma 1960, 7 luglio finale olimpica dei 100m stile libero
Ancora Australia, ancora Dawn Fraser che divenne la prima atleta olimpica a confermare un titolo nel nuoto.
Olimpiadi di Tokyo 1964, 13 ottobre finale olimpica dei 100m stile libero
Dawn Fraser, in quarta corsia, aveva un appuntamento col destino, eppure non sembrava preoccupata dei suoi tempi, dei record o del primato. Pensava alla madre, morta in un terribile incidente stradale. Avrebbe tanto voluto rivedere mamma Rose sugli spalti.
Nessun atleta olimpico aveva mai vinto tre medaglie d’oro consecutive nello stesso evento: figurarsi nel nuoto, dove il ricambio generazionale avviene sempre in maniera molto rapida.
Ma il destino era lì ad attenderla con la terza medaglia d’oro, la più bella, la più storica, la più inattesa. Perché aveva ventisette anni. Dawn Fraser uscì dalla vasca della finale olimpica con un sorriso raggiante. Fu la sua ultima gara, si ritirò da imbattuta.
Ma non fu solo il “triplete” a creare il mito, la ribelle Dawn fu “beccata” mentre cercava di rubare una bandiera olimpica davanti al palazzo dell’imperatore Hirohito. Ciò le costò una squalifica di quattro anni, impedendole di cercare il quarto oro olimpico di fila. Così Dawn Fraser entrò nella leggenda.
Libro consigliato:
Di Giovanni di Giorgi
Direttore editoriale della casa editrice Lab DFG