COLDIRETTI RIETI: STOP A PRATICHE COMMERCIALI SLEALI

(DIRE) Roma, 25 giu. – “Stop di Coldiretti alle pratiche
commerciali sleali. Stop alle aste capestro al doppio ribasso che
strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di
produzione. Stop alle offerte che ingannano i consumatori e
sfruttano il lavoro degli agricoltori”. Sono alcuni degli
argomenti trattati nel corso della tavola rotonda sulle “Pratiche
commerciali sleali” organizzata da Coldiretti Rieti a Poggio
Mirteto presso l’azienda agricola Ecofattorie Sabine.
Un tema che è stato affrontato, alla luce delle novità introdotte
dalla Legge di Delegazione europea approvata dal Senato, con il
presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, che era
presente all’incontro insieme agli altri vertici della
federazione, come il segretario generale Vincenzo Gesmundo, il
presidente regionale del Lazio e vicepresidente nazionale, David
Granieri e il presidente provinciale, Alan Risolo. Al tavolo ha
preso parte anche il sindaco di Poggio Mirteto, Giancarlo
Micarelli, il presidente della Commissione Bilancio del Consiglio
della Regione Lazio, Fabio Refrigeri e il presidente della
Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, Fabio Melilli. Lo
scrive in una nota Coldiretti.
“Abbiamo dato un’importanza fondamentale a questo processo
normativo che in maniera molto concreta ci permetterà di mettere
al bando le pratiche commerciali sleali”. Così il presidente di
Coldiretti Rieti, Alan Risolo.
“E’ un’azione fortemente voluta da Coldiretti- aggiunge
Risolo- che io definisco coraggiosa nel momento in cui noi
andiamo a sfidare un settore del mercato, che è composto da
logistica, distribuzione e trasformazione. Grazie a questa legge
noi avremo realmente la possibilità di andare a livellare quelle
dinamiche di mercato, che non sempre sono a vantaggio del
produttore. Rieti è una provincia straordinaria, che basa la
propria autonomia sulla qualità dei propri prodotti. All’interno
del concetto di qualità ci sono dei valori intrinseci che sono la
salubrità, la tracciabilità, il gusto, ma ci sono dei valori
complementari poco percepiti, che sono la storia la cultura e la
tradizione. Tutti questi elementi insieme, consentono ai nostri
prodotti, di essere realmente distintivi. Così i nostri modelli
di agricoltura e zootecnia diventano dei veri e propri presidi
territoriali, capaci di conservare l’ambiente, il paesaggio, di
dare storicità, continuità alle tradizioni o abitabilità ad aree
che altrimenti sarebbero dismesse” L’attenzione è stata poi posta
sull’importanza di dare la giusta redditività alle aziende.

(DIRE) Roma, 25 giu. – “Le pratiche commerciali sleali noi le
viviamo sulla nostra pelle, non sono dei semplici concetti-
spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri- Basti
pensare al listing nei supermercati, ovvero le commissioni pagate
dalle imprese produttrici per accedere agli scaffali e alla
limitazione all’accesso nella grande distribuzione. Lo abbiamo
visto con il Covid. Le nostre aziende, che non avevano avuto la
forza di entrare nella Gdo, hanno subito ingenti perdite, perché
con la chiusura del canale horeca, il 30% del mercato è stato
bloccato. Quello in cui siamo è un territorio di olio, oltre che
di zootecnia. La biodiversità ci rende unici e in quest’ottica la
formazione è fondamentale. In quest’area avremo presto
l’insediamento di un nuovo ITS per la formazione, una grande
novità, che ci darà la possibilità di esplorare percorsi nuovi,
per riuscire a creare delle figure professionali, che siano in
grado di supportare le aziende. Arriveranno dei modelli di agri
business innovativi e come abbiamo saputo leggere la legge di
orientamento e quindi cambiare il volto dell’agricoltura
italiana, dovremo essere pronti a metterci nuovamente alla prova
per riuscire a stare sul mercato”. Coldiretti ha fortemente
voluto questo intervento normativo e da anni lavora per sanare
una vera e propria ingiustizia. Basti pensare che per ogni euro
di spesa per l’acquisto di alimenti, infatti, meno di 15
centesimi vanno a remunerare il prodotto agricolo. Un valore che
si abbassa ulteriormente quando si tratta di prodotti
trasformati, che vanno dal pane ai salumi fino ai formaggi,
stando ad un’analisi dei dati Ismea.

“Se di pratiche sleali se ne è dibattuto a livello europeo- spiega il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini- è perché noi come Coldiretti abbiamo posto la questione in Europa dicendo che tutto ciò che riguardava il ribasso rispetto ai prezzi, le offerte che vengono fatte dai
supermercati e tutto il tema delle aste a doppio ribasso, non era
più accettabile. Perché non è vero che c’è un risparmio economico
per il cittadino. La verità è che tutto questo si traduce
semplicemente in un inganno per il consumatore, al quale viene
fatto credere che c’è un vantaggio, ma in realtà si aumentano i
prezzi su tutto il resto. Quindi alla fine il costo che si paga
rimane invariato. Tutte le volte che noi osserviamo il tema delle
aste a doppio ribasso, delle offerte speciali o del sottocosto,
vengono utilizzati i prodotti agroalimentari per attrarre il
consumatore. Quel sottocosto e quell’offerta viene così fatta
pagare al mondo agricolo, abbassando il prezzo che gli viene
riconosciuto. Le pratiche commerciali per la prima volta
vieteranno che questa pratica sleale possa essere utilizzata”. Il
presidente Prandini nel suo ampio intervento che ha abbracciato
numerosi temi legati all’agroalimentare, si è soffermato anche
sul Recovery e sui risvolti sociali sui quali porre attenzione,
come la politica di sostegno alla famiglia. “Noi dobbiamo tornare
a programmare quello che ci servirà in futuro – conclude Prandini

  • non nell’immediato, perché solo in questo modo si può far
    crescere l’autonomia. Quello della demografia diventa un tema
    centrale, perché in questo Paese nell’anno del Covid c’è stata
    una caduta di natalità. Abbiamo avuto un calo delle nascite del
    20% rispetto al 2019. Dobbiamo creare, anche attraverso il
    Recovery, un sostegno diretto alle imprese che danno assistenza a
    quelle donne che vivono la maternità, perché rappresentano il
    ricambio che ci sarà nel nostro Paese e di cui abbiamo bisogno
    per non implodere. Il rischio è quello di diventare un Paese di
    persone anziane, che consumerà sempre meno. Nel Recovery bisogna
    prevedere, dunque, che ci sia un sostegno alle donne che avranno
    figli. Penso che questa sia una delle prime misure da sostenere,
    che non è diretta sulle imprese, ma è di visione strategica”.

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