Giustizia, PA e Semplificazione: da qui riparte l’Italia del Recovery Fund
Il “fil rouge” del Recovery Plan di tutti i Paesi europei è la parola ‘riforme’. Un punto su cui Bruxelles ha insistito dal primo momento. Quelle previste dal PNRR riguardano Pubblica amministrazione, giustizia, semplificazioni, concorrenza e fisco.
La riforma della Pubblica amministrazione
Le sfide indicate dalle schede del Recovery si muovono nel segno dell’innovazione della PA.
L’assenza di un ricambio generazionale e di competenze qualificate è il primo scoglio da superare, affrontando questioni annose come il blocco del turnover negli ultimi anni, l’invecchiamento e la parallela riduzione della forza lavoro e meccanismi di selezione complessi.
Scarso, finora, l’investimento sul capitale umano delle PA: la formazione si è rivelata spesso inadeguata e frammentata, e l’avanzamento di carriera si è basato solamente sull’anzianità di servizio anziché su competenze specialistiche.
Infine, il PNRR dovrà affrontare l’annoso tema della stratificazione normativa e della bassa digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche, sia a livello centrale che locale.
La riforma, quindi, seguirà il criterio dell’ABCD.
• A come Accesso: il punto focale è sui concorsi e le assunzioni pubbliche, che andrà incontro a un quadro di riforme a largo spettro delle regole di reclutamento dei dipendenti pubblici prevedendo la creazione di una piattaforma unica di reclutamento e l’adozione di un HR Management Toolkit;
• B come Buona amministrazione: il focus è sulle semplificazioni e l’obiettivo finale è eliminare i vincoli burocratici e rendere più efficace ed efficiente l’azione amministrativa;
• C come Competenze: se il miglioramento dei percorsi di selezione e reclutamento è un passo importante per acquisire competenze, per produrre effetti durevoli va associato a una gestione “per competenze” e percorsi seri e strutturali di qualificazione e riqualificazione del personale. Si prevede quindi l’investimento in corsi di formazione, voucher formativi e comunità di pratiche;
• D come Digitalizzazione, quale strumento trasversale per meglio realizzare queste riforme.
La riforma della giustizia
Altrettanto pressante è la riforma della giustizia, che avrà il compito di aumentarne l’efficienza agendo sull’eccessiva durata dei processi e il peso degli arretrati giudiziari.
La riforma opera principalmente attraverso due leve:
• Digitalizzazione e riorganizzazione:
• Assunzioni mirate e temporanee per eliminare il carico di arretrati e casi pendenti e per la completa digitalizzazione degli archivi;
• Rafforzamento dell’Ufficio del Processo.
• Revisione del quadro normativo e procedurale:
• Aumento del ricorso a procedure di mediazione “alternative dispute resolution procedures”;
• Interventi di semplificazione sui diversi gradi del processo.
Le riforme abilitanti: semplificazione e concorrenza
Le altre riforme previste dal Recovery Plan sono orizzontali rispetto alle 6 Missioni in cui è articolato il Piano e sono destinate a garantire l’attuazione e il massimo impatto degli investimenti.
Fra queste sono incluse semplificazioni decisive soprattutto per gli investimenti infrastrutturali, come quella per la concessione di permessi e autorizzazioni, oltre agli interventi sul codice degli appalti.
Gli interventi di semplificazione più urgenti, a partire da quelli strumentali alla realizzazione dei progetti finanziati nell’ambito del PNRR, saranno adottati attraverso un decreto-legge che sarà approvato dal Consiglio dei ministri entro maggio e convertito in legge entro metà luglio – si legge nel testo del PNRR. Gli altri interventi saranno realizzati attraverso leggi ordinarie, leggi di delegazione legislativa e relativi decreti delegati, da approvare entro il 2021.
Il Piano impegnerà Governo e Parlamento a varare norme volte ad agevolare l’attività d’impresa in settori strategici come le reti digitali e l’energia. Alcune di queste norme sono già individuate nel Piano, ad esempio il completamento degli obblighi di gara per i regimi concessori oppure la semplificazione delle autorizzazioni per la realizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti.
Le riforme settoriali
A queste si aggiungono poi quelle riforme indirizzate a specifici settori o azioni previsti nel Recovery Plan. L’obiettivo resta quello di aumentare l’efficienza e rafforzare la gestione degli interventi previsti nel Piano.
Fra queste il PNRR annovera innanzitutto la riforma fiscale, che dovrebbe includere la revisione dell’Irpef, con il duplice obiettivo – si legge nel PNRR – di semplificare e razionalizzare la struttura del prelievo e di ridurre gradualmente il carico fiscale, preservando la progressività e l’equilibrio dei conti pubblici. Per realizzare in tempi certi la riforma definendone i decreti attuativi il Governo, dopo l’approvazione della legge di delega, istituirà una Commissione di esperti.
Riforma cui si accompagna necessariamente un’azione di contrasto all’evasione, attraverso il potenziamento dell’operatività dell’Agenzia delle entrate mediante nuove assunzioni. Completa il quadro delle riforme fiscali quanto recato, con i necessari adeguamenti, dalla legge n. 42 del 2009 in materia di federalismo fiscale con la quale si introduce la necessità di finalizzare le risorse dei livelli territoriali sulla base di criteri oggettivi e ai fini di un uso efficiente delle risorse medesime.
Firmato Matteo La Torre, esperto in coprogettazione europea